Alice Pignagnoli, la denuncia della calciatrice: «Ho annunciato di essere incinta e mi hanno tolto lo stipendio»

La denuncia della mamma calciatrice Alice Pignagnoli: «Ho annunciato di essere incinta e mi hanno tolto lo stipendio»
«Mi sono sentita ferita come donna, madre e atleta. E anche molto sola, incapace, un giocattolo vecchio da gettare». Alice Pignagnoli, 34 anni, portiere di calcio...

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«Mi sono sentita ferita come donna, madre e atleta. E anche molto sola, incapace, un giocattolo vecchio da gettare». Alice Pignagnoli, 34 anni, portiere di calcio tesserata con la Lucchese, in Serie C, racconta la sua storia sui social. Quando la carriera professionale (che vede un passato con la Reggiana femminile, Milan in Serie A e Torres con cui ha vinto Scudetto e Supercoppa Italiana nel 2012) si intreccia con la gravidanza, iniziano i problemi: «A metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta. L’ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro, e mi sono sentita dire che non era più loro intenzione pagarmi nonostante l'impegno contrattuale».

L'esclusione e la precedente gravidanza

La calciatrice è stata esclusa dalla squadra e come racconta all'agenzia "Dire", le è stato chiesto di restituire il materiale sportivo e di liberare il posto letto. Lo sfogo fa eco sui suoi profili social: «La società mi ha deluso. Dopo quanto successo col Cesena non me lo sarei mai aspettato». Due anni fa, quando indossava la maglia bianconera in Serie B era alla prima gravidanza, scoperta due mesi dopo essere arrivata. I romagnoli diedero l'esempio, strappando il vecchio contratto per evitare la risoluzione automatica (al tempo prevista) e corrispondendole un rimborso spese per restare con la squadra, per poi ritrovarla a disposizione 100 giorni dopo il parto. Oggi la norma che prevedeva l’interruzione del contratto con l’atleta in gravidanza non esiste più. Alice ha chiesto aiuto all'associazione calciatori e si è rivolta ad un avvocato per tutelare il suo accordo con la Lucchese che scadrà il prossimo 30 giugno.

Battaglia legale?

Il club, che dovrebbe pagarla fino al 31 gennaio (poi toccherà al fondo per la maternità della Federazione) fa sapere di «aver ricevuto una pec il 19 dicembre e di aver pagato gli arretrati il giorno dopo», e che «essendo la prima volta che una nostra giocatrice è in dolce attesa ci stavamo confrontando con la Lega per capire cosa fosse meglio fare». Intanto Pignagnoli continua la gravidanza e la sua battaglia: «Per una donna dovrebbe essere normale sognare di fare la calciatrice e avere una famiglia, e una società dovrebbe essere pronta a tutto. Sogno un mondo migliore, dove le donne vengano supportate in uno dei compiti più grandi e allo stesso tempo difficili che si trovano ad affrontare».

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Il Messaggero