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Il mondo del calcio piange la scomparsa di Aldo Agroppi. Aveva 80 anni, è scomparso questa mattina all’ospedale di Piombino (dove era ricoverato da qualche giorno), in provincia di Livorno, città nella quale era nato il 14 aprile 1944. Da giocatore era cresciuto nelle giovanili del Piombino, ma è ricordato soprattutto per le sue quasi 300 presenze (278) con la maglia del Torino. Con i granata ha debuttato in A il 15 ottobre 1967 (giorno della morte di Gigi Meroni), ma prima dell’esordio il club gli aveva fatto fare le ossa in prestito con Genoa, Ternana e Potenza. «La mia vita in maglia granata è stata meravigliosa e non ho rimpianti per non aver giocato in grandi club», ha sempre detto, confermando il suo grande amore per il Torino. Chiusa la carriera con la maglia del Perugia nel 1977, ha intrapreso quella da allenatore. Tra i suoi successi la promozione in A alla guida del Pisa di Romeo Anconetani nel 1981-82. Agroppi è stato anche sulle panchine di Fiorentina, Perugia, Padova e Como. Conclusa l’avventura di allenatore, si era fatto apprezzare per quella di commentatore, anche sulla Rai. Sarà ricordato per la sua sincerità (anche fino alla rudezza) e per essere controcorrente senza mai aver avuto paura di esporre le proprie idee.
La carriera da calciatore
Cresciuto nel vivaio del Piombino, con cui esordisce non ancora maggiorenne in Serie D nella stagione 1960-1961, viene notato e acquistato dal Torino, che inizialmente lo cede in prestito a diverse squadre: prima al Genoa nel 1964-1965, che lo fa giocare nelle giovanili, e con cui vince il Torneo di Viareggio, poi l'annata successiva si accasa alla Ternana, in Serie C, mentre quella dopo va al Potenza, in cadetteria, giocando con continuità in entrambi i campionati.
Alla vigilia della stagione 1967-1968 torna in pianta stabile ai granata, debuttando in Serie A il 15 ottobre in Torino-Sampdoria 4-2.
Allenatore
Chiusa la carriera da atleta, Agroppi intraprende subito quella di allenatore e, dopo avere guidato le giovanili del Perugia, viene ingaggiato in Serie B dal Pescara per il campionato 1980-1981. La stagione seguente riesce a riportare in Serie A il Pisa di Romeo Anconetani. Sempre in cadetteria, nel 1983-1984 è chiamato dal Padova, dimettendosi tuttavia dopo tre mesi a causa di problemi di depressione, mentre nel 1984-1985 disputa un buon campionato sulla panchina del Perugia, che porta in quarta posizione, perdendo coi biancorossi una sola partita - tuttora un primato per la Serie B - e restando in corsa per la promozione in massima serie fino all'ultima giornata, mancandola per un solo punto. L'anno successivo viene chiamato a sedere sulla panchina della Fiorentina, in massima serie, dove ottiene un altro quarto posto. L'esperienza toscana è tuttavia segnata da feroci contrasti tra Agroppi e gli ultras viola, che gli additano un mancato rispetto verso il capitano della squadra Giancarlo Antognoni: ciò sfocia l'11 marzo 1986 in una violenta aggressione ai danni del tecnico all'uscita dello stadio di Firenze, che non degenera solo per l'intervento in suo soccorso del calciatore Daniel Passarella. A fine stagione Agroppi è coinvolto nello scandalo del Totonero-bis, venendo squalificato per quattro mesi per omessa denuncia, in relazione a una gara della stagione cadetta 1984-1985. Da quel momento inizia il declino: esonero al Como (1987-1988) con la squadra che affrontava la Serie A penalizzata da infortuni, retrocessione in Serie B con l'Ascoli (1989-1990), due stagioni di stop e, infine, un deludente ritorno a Firenze (1992-1993) in cui prende la squadra al sesto posto e inanella una serie negativa di risultati (tre vittorie, nove pareggi e otto sconfitte) culminato in un esonero a poche giornate dalla conclusione del campionato, che non basterà comunque a salvare i viola dalla retrocessione, dopo cinquantaquattro anni, in serie cadetta.
Opinionista tv
Agroppi decide di abbandonare la panchina per intraprendere l'attività di opinionista televisivo. Anti-juventino dichiarato, è entrato in passato in polemica con l'allenatore Marcello Lippi. In riferimento alla differenza tra un pareggio rispetto alla sconfitta nel calcio, Agroppi ebbe occasione di dichiarare: «Meglio due feriti che un morto». Dalla prima metà degli anni 1990 divneta commentatore calcistico in diverse trasmissioni sportive. È spesso presente su canali nazionali come la Rai (Domenica Sportiva, Stadio Sprint) e LA7 (Le partite non finiscono mai).
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