Villa Adriana, meraviglia da (tanti) film: una mostra per celebrare i 20 anni nella lista dei patrimoni Unesco

Cos'hanno in comune Totò, Ercole, Ridley Scott e la banda dei ricercatori universitari di Smetto quando voglio? Villa Adriana. La cittadella buen retiro...

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Cos'hanno in comune Totò, Ercole, Ridley Scott e la banda dei ricercatori universitari di Smetto quando voglio? Villa Adriana. La cittadella buen retiro dell'Imperatore Adriano, costruita tra il 118 e il 138 d. C. voluta nella fresca e salubre Tivoli, luogo ameno perfetto, lontano dal caos di Roma, ma abbastanza vicino per raggiungere la corte velocemente in caso di necessità. Uno straordinario sito che ha saputo sedurre fior di cineasti (in termini di set e senza ricorrere ad effetti speciali). Un legame che viene raccontato ora da una bella mostra al via da oggi dal titolo 60/20: Villa Adriana tra Cinema e Unesco, curata da Andrea Bruciati, direttore del polo tiburtino del Mibact (promosso dalla riforma di Dario Franceschini alla gestione autonoma) insieme a Francesca Roncoroni.


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Un evento, visitabile fino al 30 settembre, organizzato in occasione del ventesimo anniversario dall'inserimento di Villa Adriana nella lista del Patrimonio mondiale Unesco. La mostra è un viaggio per immagini e video che rievoca la storia e la forza attrattiva del sito attraverso le produzioni cinematografiche. Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Scelta non casuale, perché l'interesse del mondo del cinema ha cavalcato la grande rinascita del sito sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, ai bombardamenti aerei e all'occupazione degli eserciti alleati. Basti solo pensare che nel decennio 1950-60, avvengono la grandi imprese di scavo e riscoperta come l'area del Canopo, con la messa in luce della lunga vasca conclusa dal Serapeo e il ritrovamento sul fondo dell'importante ciclo statuario che ne costituiva l'arredo scultoreo. Ne seguì il riallestimento museale di tutta l'area, anche se Marguerite Yourcenar, in visita a Villa Adriana nel 1958, espresse molte riserve su quei cambiamenti radicali che avevano trasformato il sito, ormai lontano dall'aspetto decadente delle rovine silenziose coperte dalla vegetazione che tanto l'avevano suggestionata.

Ma furono gli anni in cui il Cinema scoprì Villa Adriana, ambientandovi scene di film di vario genere. Dagli anni 60 è stata set a vario titolo. Nei panni di se stessa come sito archeologico e meta del primo turismo di massa, come nei due film di Totò o in Tutto è Musica, oppure come location sullo sfondo, in Notizie degli scavi, Il ventre dell'architetto, Inside the stones e Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott.

In altre pellicole le rovine diventano più spiccatamente simbolo evocativo di un passato lontano, come in The fall o in Titus, Allosanfàn o Il Colonnello Von Ryan.

È stata set naturale per diversi film in peplum, nelle Avventure dell'incredibile Ercole, in Ben-Hur e Christ The Lord. Persino in Nerone, macchietta dei vizi dei potenti di oggi lo si vede aggirarsi in una villa già decadente. Oppure si è piegata alle esigenze del copione. Ne Il sangue e la rosa è una grande tenuta di campagna, in The Order il Teatro Marittimo diventa un cimitero, mentre nella serie di Angels in America le parti più note della Villa rappresentano una sorta di Paradiso perduto. Oppure ha fatto le veci di Roma stessa, come in Dagobert, nella Balia, nella serie I Medici o ancora in Smetto quando voglio Masterclass (con la spassosissima scena della corsa in furgoncino dove spaccano per fiction una serie di colonne). E infine, con buona pace di Adriano, ha finito per impersonare Pompei, come in Denti e in Elisa di Rivombrosa.
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Il Messaggero