Tra la fine del Xv e i primi anni del XVI secolo Venezia vide una fioritura straordinaria: cerniera tra Oriente e Occidente, vide sbocciare qualsiasi linguaggio artistico in pochi...
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Ma chi era Aldo Manuzio? Editore, grammatico e umanista, Manuzio fu colui che per la prima volta volle rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. E’ stato grazie all’attività di Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo che il volgare riuscì ad affermarsi, accanto al latino, come lingua della contemporaneità in tutta Europa. La diffusione di questi testi favorì non solo la conoscenza, ma anche l’emergere di temi e motivi assolutamente nuovi anche nel campo delle arti figurative; maestri come Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari trassero ispirazione dai testi della classicità greca e latina, ora finalmente fruibili con facilità anche da un pubblico laico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero