Valentina Carrasco, argentina, scuola Fura dels Baus, regista della Carmen che l'anno scorso ha stabilito il record di 25 mila spettatori, ora di nuovo a Caracalla per la...
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Chi è Carmen?
«La versione femminile di Don Giovanni. Ama la sua libertà sopra ogni cosa».
Carmen come Don Giovanni: spieghi meglio.
«Entrambi non mollano. Solo che lui è un aristocratico, lei una zingara».
Il toreador chi è?
«Un oggetto del desiderio. Serve a scatenare la passione della zingara e la gelosia di Don José».
E Don José?
«Schiavo della sua realtà. Non sa gestire sentimento e ragione».
Un suo collega ha cambiato il finale, salvando Carmen?
«Carmen è un'eroina tragica. Va incontro al suo destino. Proprio come Don Giovanni. Nata libera, muore libera».
Vittima di un omicidio o di un femminicidio?
«Omicidio perché è uccisa dalla pulsione distruttiva di un uomo che non riesce a dominarla. Femminicidio perché Carmen è una poveraccia. Ed è impensabile che abbia così tanto potere».
Chi è Bizet?
«Un genio. Secondo me non si prendeva mai sul serio».
Perché ha ambientato l'opera in Messico?
«I colori di Caracalla, la pietra battuta dal vento... La verità è che adoro i western».
E i riferimenti al muro?
«Quando lavoravo alla regia si parlava già di Trump. E avevo voglia di dire qualcosa».
La sua Carmen è molto sensuale.
«La sensualità è già nella musica. E Carmen la sa gestire. È povera, il corpo è l'unico strumento che ha». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero