Un cielo al tramonto alla Crypta Balbi: il contemporaneo dialoga con l'antico

La scultura Split Stone (7:34) di Sarah Sze alla Crypta balbi
Gagosian e il Museo Nazionale Romano hanno presentato la scultura Split Stone (7:34)di Sarah Sze che viene esposta nella storica Crypta Balbi, in concomitanza con la personale...

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Gagosian e il Museo Nazionale Romano hanno presentato la scultura Split Stone (7:34)di Sarah Sze che viene esposta nella storica Crypta Balbi, in concomitanza con la personale dell’artista alla Gagosian di Roma.


Nella mostra in galleria Sze amplifica la materialità delle immagini digitali attraverso una nuova serie di dipinti e una video-installazione, rivelando che ogni figura, sia essa stampata, proiettata o dipinta, è composta da particelle di inchiostro e luce, che migrano dallo schermo alla tela e poi all’architettura per fare il percorso inverso.

In Split Stone (7:34) l’artista immortala in pixel la fugacità di un tramonto in un masso di granito, sottolineando nel titolo il momento esatto in cui ha scattato l’immagine sul proprio iPhone. Split Stone (7:34) appare tra i resti carichi di storia della Crypta Balbi divisa in due come un geode naturale: su ciascuna superficie un cielo al tramonto evoca le immagini presenti in alcune pietre cinesi gongshi e nei soggetti spirituali del Rinascimento.

Per questo progetto Sze utilizza un processo innovativo, in cui migliaia di minuscole cavità incise nel granito vengono poi riempite di pigmento colorato, traducendo le tecniche di litografia e stampa ad aghi in un lavoro manuale e minuzioso. La prima di una nuova serie di sculture in pietra da esterno, in Split Stone (7:34), Sze tratta il paesaggio come un mezzo, un’immagine, un sito. Amplificandosi con gli strati archeologici della Crypta Balbi, dove le trasformazioni fisiche di Roma fin dall’antichità sono straordinariamente evidenti, l’opera esprime un’aura sublime racchiusa in solida roccia.

Proprio come le immagini sono composte da sbaffi di vernice, macchie d’inchiostro o pixel luminosi, così le rovine sono costituite da frammenti di roccia, mattoni e terra che lentamente si sgretola, lasciando solo la traccia di una struttura precedente. Impregnando un’immagine semplice come un tramonto di un senso di gravità e tempo fisico, Sze applica il pathos dei resti archeologici alla frenetica cultura dell’immagine di oggi. La prima mostra di Sarah Sze a Roma è in corso da Gagosian, in Via Francesco Crispi, e sarà visitabile fino a  12 gennaio. 

Crypta Balbi, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano, nasce da un grande scavo di archeologia urbana e racconta le trasformazioni della città dall’età romana ai giorni nostri attraverso la storia di un isolato: quello dove sorse in età augustea il teatro di Balbo, partendo dall’antichità per raggiungere il XX secolo, passando per il medioevo e l’età moderna, quando venne costruita la chiesa di Santa Caterina dei Funari.


Il Museo ha inglobato i sotterranei con i resti romani e, in particolare, la monumentale Crypta Balbi, esedra d’accesso al teatro Balbi. Il Museo si suddivide in due sezioni: la prima è dedicata alla storia del paesaggio urbano nell’isolato di Crypta Balbi (XIII a.C.) e presenta i risultati degli scavi. La seconda sezione è incentrata sulla ricostruzione della vita di Roma nel periodo altomedievale, tra il V secolo, quando la città antica cominciò a scomparire, e il X secolo, quando i caratteri di novità della città medioevale divennero ormai pienamente visibili. 
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Il Messaggero