Uffizi, arriva il Codice Leicester: Bill Gates presta l'opera di Leonardo

Il manoscritto di Da Vinci verrà esposto in occasione dei 500 anni dalla sua morte
Per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo, la Galleria degli Uffizi esporrà il prezioso Codice Leicester di da Vinci che arriverà in patria grazie alla...

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Per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo, la Galleria degli Uffizi esporrà il prezioso Codice Leicester di da Vinci che arriverà in patria grazie alla generosità del legittimo proprietario, Bill Gates. Il miliardario, infatti, ha concesso il prestito perché venga esposto nell'ambito della mostra “Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L'acqua microscopio della Natura" curata da Paolo Galluzzi e frutto di un lavoro durato oltre due anni e portato avanti sinergicamente tra gli Uffizi e il Museo Galileo con il contributo di Fondazione Cr Firenze. Grazie ad un sofisticato sistema multimediale, il Codescope, il visitatore potrà sfogliare le 72 pagine di cui è formato sugli schermi digitali, accedere alla trascrizione dei testi e trovare informazioni su quegli studi.


Il fondatore di Microsoft è entrato in possesso dell’opera nel 1994 acquistandola da Armand Hammer per 30 milioni di dollari: si tratta di una vera reliquia della nostra storia dal momento che contiene i disegni e le annotazioni di Leonardo negli anni in cui studiava anatomia all'ospedale di Santa Maria Nuova (parliamo del periodo 1504-1508), quando pensava di far volare l'uomo e studiava soluzioni per rendere l'Arno navigabile. Il manoscritto è stato già esposto a Firenze nel 1982 e adesso torna per celebrare un anniversario importante nell’Aula Magliabechiana dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019: «L'esposizione del Codice Leicester di Leonardo, insieme ad altri preziosissimi disegni e scritti del genio da Vinci - ha detto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi - dimostra il nostro impegno per rendere accessibili tematiche molto complesse della ricerca scientifica e per contestualizzare episodi fondamentali di storia della scienza in una prospettiva del tutto contemporanea».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero