Al via domani la seconda edizione del Manarat Film Festival per il cinema mediterraneo che si svolge in Tunisia dal 1 al 7 luglio. Il festival Manarat (“fari” in...
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L’edizione di quest’anno vede l’Italia e l’Egitto come paesi ospiti d’onore con un omaggio alla cinematografia contemporanea italiana ed egiziana. Ma il programma prevede ben 54 film tra lungometraggi e documentari da oltre 20 paesi del Mediterraneo. Non solo. Anche dibattiti tra varie figure eminenti dell’industria cinematografica come pure incontri tra i rappresentanti del settore e le istituzioni su alcuni dei problemi legati alla distribuzione dei film arabi. Ma, soprattutto, sono molto attese le proiezioni gratuite su nove spiagge dal nord al sud della costa tunisina: da La Marsa a Djerba, Sfax, Gabès, Monastir, Biserta, Korba, Hamman-Lif e Kheirredine.
Dora Bouchoucha ricorda che il festival vuole rendere omaggio anche agli ospiti della regione mediterranea, tra cui gli artisti Mahmoud Hemida, Elham Shahin, Nelly Karim e il regista Yusra Nasrallah dall’Egitto, Helmi el-Doridy dalla Tunisia e i fratelli Dardenne dal Belgio. I film in concorso sono dieci. La giuria del festival comprende cinque membri: lo scrittore algerino Kamal Daoud, l’attrice egiziana Salwa Mohamed Ali, il regista francese Michel Leclair, l’artista tunisina Suhair Ben Amara e l’attrice turca Damla Sounmaz. Inoltre, ci saranno performance speciali che saranno seguite da varie sessioni di discussione con registi e attori.
L’edizione 2019 del festival sarà poi testimone del lancio di una nuova iniziativa, ovvero la Arab Film Platform che comprende sette paesi: Tunisia, Marocco, Algeria, Palestina, Egitto, Libano e Giordania. Un festival che, secondo gli organizzatori - tra i quali l’Istituto francese di Tunisia (Ift), il Centre National du Cinéma e de l’Image tunisino (Cnci) – vuole essere un evento popolare, oltre che una piattaforma di scambio tra i professionisti e i produttori di cinema delle due sponde del Mediterraneo. E che è anche un’occasione per confermare la stabilità del Paese e la sua voglia di vivere in pace tutte le espressioni della società, a cominciare dalla cultura e dallo spettacolo, nonostante gli attentati terroristici che ci sono stati soltanto pochi giorni fa a Tunisi e a Gafsa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero