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Il Circo Massimo è un cuore che pulsa. È quello di sessantamila fratelli di una notte leggendaria. Sono dentro gli stessi selfie, dentro lo stesso coro, dentro gli stessi beat, quelli di un disco che ha terremotato le classifiche mondiali e italiane, entrando direttamente al top, e che ha già riscosso un successo planetario con 128 milioni di stream su Spotify, in sole 24 ore, diventando il miglior esordio dell’autore. E che ieri ha terremotato Roma.
I FOLLOWER
È la notte di Utopia. Che ieri sera Travis Scott (performer, autore, produttore, influencer da 51 milioni di follower su Instagram) ha regalato alla Capitale, nel primo show in assoluto dall’uscita dell’album, in anteprima mondiale. Con Kanye West che si è presentato, con il suo nuovo nome Ye, a cantare sul palco “Can’t tell me Nothing”. E Travis: «Non ci sarei senza di lui». Un concerto da record, organizzato in soli 5 giorni («Grazie per esserci riusciti in così poco tempo») a cui si poteva assistere anche in streaming sul sito dell’artista.
DYBALA E ABRAHAM
Tra gli ospiti anche i gioielli della Roma, El Shaarawy, Cristante, Dybala e Abraham, e poi Nainggolan, Emma e Bebe Vio. Prima del concerto, ha postato stories che lo ritraevano in giro per la città surfando in piedi sul tetto di un van. Poi su un palco montato sulle dimensioni kolossal dello show degli Imagine Dragons di sabato scorso con due megaschermi e un ponte verso i suoi discepoli, in diretta Instagram su migliaia di telefoni levati al cielo come totem, tra lingue di fuoco, rocce e nebbie di un mondo distopico, il rapper americano, mascherato, ha fatto esplodere la platea, tra autotune e delay, boati e spari, inanellando i brani del disco-evento dell’anno.
ASTROWORLD FESTIVAL
Da “Circus Maximus” (che è anche il titolo del suo primo film) a “I Know?” («la mia preferita»).
LOCATION
Non esisteva location migliore per il concerto dei concerti, il Circo Massimo, a pochi giorni dall’uscita del suo primo film, “Circus Maximus”: viaggio surreale e psichedelico tra Nigeria e Pompei (“una poesia tonale”, scive la critica), girato con i registi Gaspar Noé, Vladimar Jóhannsson, Harmony Korine e Nicolas Winding Refn, “alla scoperta caleidoscopica dell’esperienza umana e del potere delle sonorità”, accompagnato dai 19 brani di Utopia. Che cosa sia l’utopia per il 32enne rapper statunitense non è chiaro neanche ascoltando i suoi pezzi. «Il modo per trasferire l’energia da una persona all’altra senza che si rompa», dice criptico nel film. Ai fan, invece, ieri, era chiaro che cosa fosse un’utopia: stare sotto il palco, pogando e facendosi martellare dai banger del nuovo lavoro discografico che vanta 19 ospiti.
BEYONCE'
Da Beyoncé a Pharrell Williams, da Kanye West a Guy-Manuel de Homem-Christo dei Daft Punk, fino a James Blake e persino Bon Iver, con Bad Bunny e The Weeknd in “K-Pop”, primo singolo rilasciato e un campionamento dei Gentle Giant di Proclamation in “Hyaena”. Prova da direttore d’orchestra, con musica elaborata nei minimi dettagli, che lui definisce “rock psichedelico”. Quarto disco del trenteduenne di Houston, offre uno Scott visionario, rendendo ancora più enigmatico il profilo dell'artista, tra l’altro, legato sentimentalmente a Kylie Jenner, star televisiva, imprenditrice e modella, dell’azienda Kardashian, con cui ha avuto due figlie.
KANYE WEST
Cresciuto sotto l’egida di Kanye West, Scott nel 2015 sforna “Rodeo”, l’album che lo promuove a nuova realtà mainstream. E poi il volo a 360 gradi: ha scritto brani per il film “Black Panther”, per la serie “Game of Thrones”, per il kolossal “Tenet” di Nolan e per le sfilate di Dior. E in attesa di realizzare il suo sogno (un musical per Broadway) si fa incoronare, con un vestito corazza da avveniristico gladiatore, imperatore al Circo Massimo. Ciao Roma, con gli unici momenti soft “Goosebumps” e “Telekinesis”.
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