Mozart, Ton Koopman dirige la Grande Messa K 427, uno degli incompiuti di Mozart

Mozart, Ton Koopman dirige la Grande Messa K 427, uno degli incompiuti di Mozart
Ton Koopman dirige la Grande Messa K 427, uno degli incompiuti di Mozart. Sarà il celebre direttore, punta di diamante tra i più accreditati interpreti del...

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Ton Koopman dirige la Grande Messa K 427, uno degli incompiuti di Mozart. Sarà il celebre direttore, punta di diamante tra i più accreditati interpreti del repertorio antico, che giovedì 18 aprile alle 19.30 salirà sul palco ceciliano per dirigere Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (repliche venerdì 19 alle 20.30 e sabato 20 alle 18, Auditorium Parco della Musica) nell’esecuzione della grande Messa in do minore K427 e della Sinfonia n.41 K551 “Jupiter” di Mozart. Saranno le voci del soprano Maria Grazia Schiavo, del soprano Roberta Mameli, del tenore Timan Lichdi e del basso Luca Tittoto, a completare il mosaico della serata.


Che si tratti di amanti della musica o dei gialli irrisolti, le composizioni incompiute di Mozart ha sempre suscitato molta curiosità. Due capolavori del compositore nell'ambito della musica sacra, la Messa in do minore K. 427 e il Requiem in re minore K. 626, rimasero entrambi incompiuti: la prima interrotta dalla morte di Mozart la seconda per cause meno tragiche. La Messa in do minore non obbediva a una committenza, ma fu concepita come pegno di fede nel suo matrimonio e come un dono all'amata Konstanze. Mozart in questa composizione tentò di realizzare una grande sintesi recuperando le atmosfere espressive e la scrittura rigorosa di Bach e di Händel, unita al linguaggio musicale classico col risultato che nonostante l’incompiutezza, la Messa in do minore resta una delle composizioni più impressionanti del genio salisburghese. La Sinfonia n. 41 “Jupiter” K 551 fu composta nell’estate 1788, uno dei periodi più bui che afflissero il compositore negli ultimi mesi della sua vita. Nonostante ciò, si tratta di una composizione maestosa e solare, tramandata con l’appellativo Jupiter, proprio in riferimento all’imponente solennità.
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Il Messaggero