Teatro dell'Opera, una stampante 3D crea la scenografia

La tecnologia più all'avanguardia nel tempio della tradizione. Per la prima volta, la stampa 3D approda in un teatro importante come l'Opera di Roma. E lo fa in...

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La tecnologia più all'avanguardia nel tempio della tradizione. Per la prima volta, la stampa 3D approda in un teatro importante come l'Opera di Roma. E lo fa in tutta la sua efficacia, occupando letteralmente il palco sul quale andrà in scena, dall'8 al 21 ottobre, il Fra Diavolo di Daniel Auber, con la direzione di Rory Macdonald e la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Un'opéra-comique che torna al Costanzi dopo oltre cento anni di assenza con una grande novità: la scenografia è stata interamente stampata in 3D.

 
IL LAVORO
Un esperimento mai compiuto prima su un palcoscenico ma che, come sottolinea il Sovrintendente del Teatro dell'Opera, Carlo Fuortes, è perfettamente coerente con lo spirito del Costanzi: «È uno dei ruoli principali del Teatro dell'Opera, da sempre: il rapporto fra tradizione e nuove frontiere, senza mai abbandonare la sperimentazione. Così ho avuto questa idea, e ne ho parlato subito al regista». Detto fatto: il lavoro, grazie all'intercessione di Riccardo Luna, organizzatore di Maker Faire Rome (la fiera mondiale dell'innovazione che quest'anno si terrà alla Fiera di Roma dall'1 al 3 dicembre) è stato affidato alla Wasp, azienda di Massa Lombarda (Ravenna) che proprio a Maker Faire aveva presentato la stampante 3D più grande al mondo, in grado di realizzare intere case. Ciononostante, creare una scenografia simile non è stato un compito semplice, come racconta l'ad di Wasp, Massimo Moretti: «Non sapevamo se ce l'avremmo fatta. Abbiamo dovuto affittare un capannone e costruire 5 stampanti adatte a produrre larghi pannelli che poi, uniti fra loro, avrebbero composto la scenografia, lunga 12 metri e alta 6. Abbiamo scelto un materiale plastico ecologico, facilmente trasportabile, e abbiamo dovuto studiare tutto nei minimi particolari, perché gli oggetti stampati in 3D tendono a ritirarsi. Ma questa impresa ci ha aperto un mondo: adesso siamo gli unici in grado di realizzare stampe di grandi dimensioni. Siamo un esempio di come l'arte possa venire in aiuto del mondo imprenditoriale».

«La cosa davvero incredibile è che con questa tecnica si può realizzare istantaneamente ciò che si disegna - dice un entusiasta Corsetti - La scenografia di quest'opera, tripudio di linee tonde che simboleggiano una realtà distorta, può essere creata soltanto con la stampa 3D». E gli fa eco lo scenografo Massimo Troncanetti: «Era esattamente quello che ci serviva: una superficie grezza che ricordasse il cemento e le speculazioni edilizie degli anni 50 a Terracina (dove questo allestimento di Fra Diavolo è ambientato, ndr) e che fosse anche adatta a proiettarci sopra immagini e colori». Corsetti ne è convinto: «Il nostro è solo il primo esperimento di utilizzo di questa tecnologia nell'arte, ma le prospettive, anche in altri campi, sono sconfinate: è una vera rivoluzione ecologica».

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Il Messaggero