Teatro dell'Opera, una stampante 3D crea la scenografia

Teatro dell'Opera, una stampante 3D crea la scenografia
di Andrea Andrei
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Martedì 3 Ottobre 2017, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 15:10

La tecnologia più all'avanguardia nel tempio della tradizione. Per la prima volta, la stampa 3D approda in un teatro importante come l'Opera di Roma. E lo fa in tutta la sua efficacia, occupando letteralmente il palco sul quale andrà in scena, dall'8 al 21 ottobre, il Fra Diavolo di Daniel Auber, con la direzione di Rory Macdonald e la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Un'opéra-comique che torna al Costanzi dopo oltre cento anni di assenza con una grande novità: la scenografia è stata interamente stampata in 3D.
 

 

IL LAVORO
Un esperimento mai compiuto prima su un palcoscenico ma che, come sottolinea il Sovrintendente del Teatro dell'Opera, Carlo Fuortes, è perfettamente coerente con lo spirito del Costanzi: «È uno dei ruoli principali del Teatro dell'Opera, da sempre: il rapporto fra tradizione e nuove frontiere, senza mai abbandonare la sperimentazione. Così ho avuto questa idea, e ne ho parlato subito al regista». Detto fatto: il lavoro, grazie all'intercessione di Riccardo Luna, organizzatore di Maker Faire Rome (la fiera mondiale dell'innovazione che quest'anno si terrà alla Fiera di Roma dall'1 al 3 dicembre) è stato affidato alla Wasp, azienda di Massa Lombarda (Ravenna) che proprio a Maker Faire aveva presentato la stampante 3D più grande al mondo, in grado di realizzare intere case. Ciononostante, creare una scenografia simile non è stato un compito semplice, come racconta l'ad di Wasp, Massimo Moretti: «Non sapevamo se ce l'avremmo fatta. Abbiamo dovuto affittare un capannone e costruire 5 stampanti adatte a produrre larghi pannelli che poi, uniti fra loro, avrebbero composto la scenografia, lunga 12 metri e alta 6. Abbiamo scelto un materiale plastico ecologico, facilmente trasportabile, e abbiamo dovuto studiare tutto nei minimi particolari, perché gli oggetti stampati in 3D tendono a ritirarsi. Ma questa impresa ci ha aperto un mondo: adesso siamo gli unici in grado di realizzare stampe di grandi dimensioni. Siamo un esempio di come l'arte possa venire in aiuto del mondo imprenditoriale».

«La cosa davvero incredibile è che con questa tecnica si può realizzare istantaneamente ciò che si disegna - dice un entusiasta Corsetti - La scenografia di quest'opera, tripudio di linee tonde che simboleggiano una realtà distorta, può essere creata soltanto con la stampa 3D». E gli fa eco lo scenografo Massimo Troncanetti: «Era esattamente quello che ci serviva: una superficie grezza che ricordasse il cemento e le speculazioni edilizie degli anni 50 a Terracina (dove questo allestimento di Fra Diavolo è ambientato, ndr) e che fosse anche adatta a proiettarci sopra immagini e colori». Corsetti ne è convinto: «Il nostro è solo il primo esperimento di utilizzo di questa tecnologia nell'arte, ma le prospettive, anche in altri campi, sono sconfinate: è una vera rivoluzione ecologica».
 

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