Poco più di 30 anni e tanta voglia di “Rivoluzione”. Gli Street Clerks non sono solo “la band di E poi c'è Cattelan” ma quattro...
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Ma qual è questa “rivoluzione”? «E' il nostro cambiamento interiore – spiegano al Messaggero – rispetto a 11 anni fa quando abbiamo cominciato a suonare insieme: avevamo i capelli colorati, tanta voglia di spaccare e tantissimi sogni. Alcuni si sono realizzati, poi siamo crescuiti: la rivoluzione è la nostra analisi personale di questo periodo». Un disco con tante sfaccettature e colori: un crocevia di generi. «Partendo dal new folk che facevamo anni fa siamo arrivati a inserire anche dei sintetizzatori, cose che fino a poco tempo fa ci sembravano impensabili».
Gli Street Clerks sono un “prodotto” fortunato di X Factor, dal quale sono usciti nel 2013: «Lo rifaremmo anche ora, soprattutto perchè in quell'edizione non potevamo suonare, è stata una bella esperienza, intensa, ma non era facile far capire al pubblico quello che siamo - raccontano - Diciamo che questo disco è uno stacco, è la prima volta che produciamo qualcosa che sentiamo veramente nostro: il primo lavoro senza cover e con dietro un processo più maturo e consapevole, dal contenuto alla copertina». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero