Un pezzo di Francia al Teatro Ambra Jovinelli, dove fino a domenica 27 gennaio va in scena “Bella Figura”, l’ultima opera dell’acclamata scrittrice...
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Dialoghi acuti e pieni di umorismo rendono la commedia, che parla di due coppie legate da un segreto imbarazzante, ineccepibile anche nella sua versione italiana. D’altronde, si sa, quando si tratta di amore e tradimenti tutto il mondo è paese. Come i lavori precedenti di Yasmina Reza, anche “Bella Figura” può essere considerata una “tragedia divertente”, secondo la definizione che ne ha dato il regista inglese Matthew Warchus. Anche in questo suo ultimo testo, le contraddizioni e le nevrosi dei personaggi sono spinte all’eccesso, ribaltandosi nel loro contrario e creando effetti capaci di provocare allo stesso tempo quel sottile disagio e incontrollabili risate.
Un humor quasi paradossale, a tratti grottesco, tipico di Reza e fiore all’occhiello che l’ha fatta amare da registi e scrittori del calibro di Milan Kundera e Roman Polanski.
«Nelle mie opere non racconto mai vere e proprie storie - spiega l’autrice - dunque non dovrebbe sorprendere se lo stesso accade anche qui. A meno che non si consideri l’incerta e ondeggiante trama della vita, di per sé, una storia».
Tra le prime file, a gustarsi i loro colleghi nei panni di traditori incalliti, grandi protagonisti del cinema italiano come Valeria Solarino - amica inseparabile di Anna Foglietta che interpreta Andrea - arrivata con Giovanni Veronesi.
Vicino a loro Rocco Papaleo, in queste settimane sul grande schermo proprio con il film diretto dall’amatissimo regista toscano, “Moschettieri del re”, che a febbraio sarà al timone del “Dopo Festival”, e poi ancora Caterina Guzzanti, Giulio Scarpati, il regista Carmine Amoroso e un’elegantissima Rosanna Cancellieri. Tra i presenti anche Gianni Letta con sua moglie Maddalena Marignetti. Lunghi applausi in sala e apprezzamenti nel foyer alla fine dello spettacolo, in attesa di congratularsi con i protagonisti fuori dall’ingresso, stanchi ma entusiasti per tanto successo. Buona la prima.
Roberta Marchetti Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero