Grande interesse e curiosità ieri nella nota libreria di Galleria Alberto Sordi, dove Sandro Veronesi ha presentato il suo ultimo romanzo “Il colibrì”,...
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«Siamo molto intimiditi - commenta introducendo il libro la scrittrice Ciabatti - Quando escono romanzi così importanti e innovativi, da una parte è una gioia e dall’altra è un problema. Ora dobbiamo tutti confrontarci con quest’opera». Il titolo si rifà al colibrì, l’uccello che battendo le ali in modo veloce riesce a stare fermo anche quando intorno infuriano gli elementi contrari e malgrado le tempeste che lo investono. E come il colibrì anche il protagonista Marco Carrera, nonostante le perdite atroci, le sospensioni emotive e gli amori assoluti, non si sposta un millimetro da se stesso. A leggere brani c’era Rubini, che prima di iniziare ha voluto precisare come lui sia «solo un lettore. Non ho mai parlato di libri così, sappi Sandro che mi hai messo in una condizione devastante!». Veronesi costruisce una galleria di personaggi, abitanti in un mondo in cui il tempo è fluido e si estende dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo, dove risplenderà l’arrivo di Miraijin una bambina che sarà l’Uomo Nuovo. «Salta subito all’occhio - sottolinea l’attore pugliese - la struttura narrativa, in cui il tempo salta, va avanti e indietro, fino ad arrivare allo stra-futuro. Quelli che sembrano i frantumi disordinati di una vita disastrosa, piena di accidenti come le nostre, sono invece pezzi che a poco a poco si ricompongono in un’esistenza piena di armonia. Il protagonista non è solo un padre, ma è il distillato della paternità». Una storia intricata, vera e intima perché «come dice Durrenmatt, uno scrittore deve procedere verso la realtà», conclude Veronesi.
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Il Messaggero