Nell’aprile del 1968 un gruppo di ragazzi inglesi arriva nella capitale e suona in uno dei locali più in voga. Il Piper. Erano dei semisconosciuti Pink Floyd ed era...
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“Ce l’hanno chiesta metropoli come Parigi, Berlino, Tokyo, ma noi sappiamo che tutte le strade portano a Roma” ironizza Orsher, della società produttrice Concert Productions, che sottolinea come i Pink Floyd abbiano sempre avuto un rapporto privilegiato con il nostro paese. Ed è d'accordo anche Nick Mason, laconico e british nelle risposte, ma molto caldo quando si parla d'Italia.”Mi scuso se non parlo la vostra lingua. Devo confessarvi che ho preso lezioni d'italiano, ma sono specializzato nei pezzi di ricambio delle automobili”. Non è un caso, perché Mason è un grande appassionato di auto, nonché collezionista di vetture d'epoca. Ma tornando alla mostra dice “sono felice che arrivi a Roma, vedo tanto entusiasmo ed aspetto anch'io l'inaugurazione”.
Tra i tanti ringraziamenti (menzione speciale per Syd Barrett e Richard Wright entrambi scomparsi) Nick Mason ci tiene in modo particolare a rivolgere un saluto ai fan “senza di loro non ci sarebbe questa mostra ed io non sarei qui a trascorrere questi giorni fantastici”. “The Pink Floyd Exhibition: Their mortal remains” sarà un percorso immersivo in cui verrà raccontato il ruolo della band inglese parallelamente al momento storico ed ai cambiamenti culturali dagli anni Sessanta, quando si formarono i Pink Floyd, fino all'ultimo periodo. La mostra sarà in buona parte allestita come quella originaria di Londra, ma ci saranno 30/40 oggetti che legano il gruppo rock all'Italia – sicuramente il concerto a Venezia ed il live a Pompei. E del mitico Piper? Risponde Mason. “Non credo che abbiamo ancora qualcosa del Piper club”.
L'occasione è ghiotta, non si può non chiedere se per i Pink Floyd sarà possibile una reunion. “Questa è una domanda a sorpresa, ci sono dei piani per riunirci, io sono pronto, ma non in questo momento” dice ancora Mason che si lascia sfuggire una notizia. “Verrò sicuramente alla mostra di Roma e molto probabilmente anche Roger Waters. Mi dispiace...forse era un segreto”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero