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Sebbene parlare con Flavia o con Antonio sia come avere davanti una sola persona, questa volta lo scambio è stato doppio. Le riprese di "Samp" sono iniziate diciannove anni fa e terminate nel 2020. È Antonio a precisare come «il titolo sia ispirato in modo fuorviante alle vicende di un possibile San Paolo che alla fine nel film non si presenta mai, ma è stato girato anche in parte nei luoghi dove questa figura ha tergiversato. È il titolo originale, che poi si è sedimentato».
Munito di pistola («credo sia uno snodo idraulico, ormai è un reperto»), Rezza è il protagonista, killer di professione che viene ingaggiato da un presidente per uccidere i tradizionalisti. «Io ho curato i costumi - precisa Flavia - ma la cosa più importante che ritengo di aver fatto è il film. È lavorato in tutti i suoi particolari da me e da Antonio: lui entra nel costume e io entro nella forma. Un lavoro di regia in comune, di frammentazione della sceneggiatura e di distruzione delle regole. Come al solito!».
Una delle caratteristiche di Rezza è il rifiuto della definizione di attore: «Sono un performer, anche il film è performativo. Le persone della strada che abbiamo coinvolto diventano performer perché non hanno il tempo tecnico per entrare nel personaggio. È un film realizzato da persone che hanno performato la loro azione scenica: a dimostrazione che si possono fare film anche senza il sentimento e lo stato d’animo sguattero del personaggio».
Su quale sia il segreto della coppia RezzaMastrella è Flavia a spiegarlo: «Non ci addormentiamo mai sulle cose, cerchiamo sempre di rinnovarci, siamo sempre al passo con il tempo, la tecnologia e le forme di comunicazione. In realtà noi siamo due comunicatori, da sempre. siamo due influencer!». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero