Questione di "Vita, Morte e Miracoli". Applausi al CometaOFF

Una scena di "Vita, Morte e Miracoli", scritto da Lorenzo Gioielli, interpretato da Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Francesco Venditti e Riccardo Scarafoni. Regia R.Scarafoni.
Ciò che resta dopo di noi. Quello che c'è stato prima e che non abbiamo mai saputo. Quello che succederà quando non saremo più nei nostri panni e,...

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Ciò che resta dopo di noi. Quello che c'è stato prima e che non abbiamo mai saputo. Quello che succederà quando non saremo più nei nostri panni e, inevitabilmente, i nostri panni li indosserà qualcun'altro al nostro posto. Si piange, si ride, si riflette. Il tutto, spesso, contemporaneamente. E' successo al teatro CometaOFF di Testaccio, dove in un piovoso weekend di metà novembre è andato in scena "Vita, Morte e Miracoli", spettacolo che ha riscosso un grande successo, con l'aggiunta di date extra e con l'arrivo di un copioso pubblico che ha sfidato la pioggia e ha applaudito i protagonisti Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Francesco Venditti e Riccardo Scarafoni, quest'ultimo anche impegnato nella regia della pièce.


Il testo scritto da Lorenzo Gioielli, porta lo spettatore a compiere un viaggio nelle tante anime dell'uomo, pronto a confrontarsi con la morte, con la vita e con i suoi incredibili miracoli. Preziose le interpretazioni dei quattro in scena, catturati e indotti in trance da un testo che scava a fondo, pizzicando corde che provocano sinfonie malinconiche e che tengono in pugno il pubblico, catturato dai misteri di vita dei singoli protagonisti. Efficace la scena che ripropone la stanza di una clinica in cui si consuma il dolore per una storia sospesa tra la vita e la morte, una catarsi con cui ogni personaggio trascritto da Gioielli è indotto a confrontarsi e con cui, inevitabilmente, il pubblico si identifica. A cosa siamo disposti a credere per non soffrire? E quanto è grande il bisogno di toccare il fondo per poi tornare in superficie? Un intento nobile ed un'esecuzione giusta di un testo che al termine della rappresentazione, lascia in bocca il sapore agrodolce della vita, della morte e dei suoi miracoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero