Ogni tanto dai depositi dei grandi musei salta fuori qualcosa di interessante. Questa volta è toccato alla Pinacoteca di Brera che, nell’ambito del progetto di...
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Si tratta di un frammento da un dipinto molto più grande: la scenografia teatrale di Cuadro Flamenco, lo spettacolo dei Ballets Russes messo in scena a Parigi e a Londra nel 1921. Peniafobico qual era, Picasso lavorò tantissimo e non si fece sfuggire nulla del meglio delle arti. La sua produzione teatrale, che si ricorda più nitidamente grazie ai ritratti dei protagonisti del circo e del mondo dello spettacolo realizzati principalmente nel suo periodo rosa, ha tratto buon ossigeno dal fortunato sodalizio con Sergej Diaghilev, impresario teatrale noto per aver fondato i Balletti russi.
Disegni, scenari e sipari firmati da Picasso arricchirono allora quegli eventi teatrali, ambiziosi e all’avanguardia che mettevano insieme pittura, danza, poesia e musica. La grande scenografia da cui è tratto La loge mette in scena balli e canti dal repertorio popolare del flamenco andaluso, ma non ebbe vita lunga nella sua interezza. Fu Diaghilev stesso, per problemi economici, a farla tagliare nel 1926: «Venderò ... quelle parti dello scenario di Cuadro Flamenco con incluse delle figure, poiché sono tutte firmate - affermò. Ho già trovato un acquirente in Germania, e con quel denaro potrò allestire nuovi spettacoli».
La firma di Picasso riappare oggi dopo il restauro a cura del laboratorio milanese di Barbara Ferriani. L’intervento, sostenuto da Radio RTL 102.5, ha restituito a La Loge l'originale intensità dei suoi colori accesi e puri, scelti appositamente per un’opera di grandi dimensioni destinata ad essere apprezzato da lontano, ma che oggi si può apprezzare da vicino nella storica Pinacoteca meneghina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero