Palazzo Chiablese di Torino presenta la grande opera di Henri Matisse

Palazzo Chiablese di Torino presenta la grande opera di Henri Matisse
E’ una passione nata dalla malattia quella di Henri Matisse, che, costretto a una lunga degenza di due anni a causa di una appendicite, un po’ come Frida Kahlo dopo...

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E’ una passione nata dalla malattia quella di Henri Matisse, che, costretto a una lunga degenza di due anni a causa di una appendicite, un po’ come Frida Kahlo dopo l'incidente in bus, scopre il meraviglioso mondo della pittura e si lascia alla spalle la carriera forense, che avrebbe emancipato la sua borghese e provinciale famiglia. Classe 1869, “ansioso e follemente ansioso” - come lo descrive un suo amico divisionista -, sempre pronto a dir la sua in materia di arte, di cubismo, e a portare avanti il suo fauvismo, Matisse, anno dopo anno, elabora uno stile così all’avanguardia da anticipare l’espressionismo astratto newyorchese del pieno Novecento e conclude la sua vita nella malattia: si chiude così il cerchio del suo genio. Acchiappa visitatori per eccellenza, ai livelli di Van Gogh, Picasso, Renoir e ad altri membri della combriccola dei grandi pennelli, è ora protagonista della mostra torinese Matisse e il suo tempo, che resterà aperta fino al 15 maggio 2016 nella cornice di Palazzo Chiablese.

 


Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger, la retrospettiva riunisce opere provenienti dal Centre Pompidou e racconta il percorso dell'artista attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. Al Centre Pompidou appartiene anche la curatrice, Cécile Debray, che ha tracciato una linea ben definita riguardo le tematiche da scoprire: le opere eseguite nell’atelier di Gustave Moreau, gli esperimenti fauves, le riflessioni sul cubismo piacciano, gli anni di Nizza e il ritorno al classicismo degli anni ’20, le odalische, l’onirismo respirato grazie al surrealismo, la natura morta, il modernismo, il guazzo. L’occasione è buona per gustare da vicino alcune belle composizioni di questo estroso pittore amante delle belle donne, come Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande interno rosso (1948), e Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero