Come dice Marco Conidi, cantautore e fondatore del più sorprendente e vivace laboratorio folk che ci sia in giro, «il successo arriva dal basso, dal...
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La forza trascinante del gruppo sta nel radicamento e nella disinvoltura della sua ricetta: la riscoperta del repertorio romanesco viaggia assieme a pezzi inediti, mette accanto a una serenata dell'800 un monologo sui giovani che non possono sposarsi, canta Nannarè e subito dopo Walk in the wild side, il tutto offerto con forte gusto teatrale.
«Abbiamo rilanciato la romanità e non solo nella Capitale: per la musica può succedere quello che è successo col cinema che è tutto romano» dice Conidi, annunciando che il concerto di stasera a Villa Ada, che segue dopo appena un mese e mezzo quello della Cavea, «sarà più rock 'n' roll», avrà i suoi ospiti a sorpresa e ampi contenuti audiovisivi (a cominciare dall'ultima clip, quella di "Santa Nega" firmato da Federico Zanotti). Ma non finisce qua: il progetto è quello di aprire in autunno una tenda in città con uno spettacolo che, dopo una permanenza romana prolungata, possa girare per il resto del Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero