Oplontis, la Villa di Poppea aveva l'affaccio sul mare

Oplontis, la Villa di Poppea aveva l'affaccio sul mare
Sequenze di terrazzi su più livelli e sale panoramiche, arricchite da filari di colonne, mosaici pavimentali e affreschi. ...

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Sequenze di terrazzi su più livelli e sale panoramiche, arricchite da filari di colonne, mosaici pavimentali e affreschi.




Strategie architettoniche e decorative che consentivano un affaccio mozzafiato a strapiombo sul mare. La famosa Villa di Poppea (quella controversa e chiacchierata Poppea Sabina seconda moglie dell’imperatore Nerone) a Oplontis, l’attuale Torre Annunziata, aveva il suo “personalissimo” affaccio sulle acque della costa, tale da riservare uno spettacolo unico.



Una rivelazione. Dopo tante ipotesi sulla planimetria di questo gioiello dell’antichità, sono arrivate le prove archeologiche, grazie allo scavo stratigrafico dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia nell’area dell’ex Mulino Foglia Manzillo, posta a sud della villa di Poppea e del Canale Conte di Sarno.



Come rende noto la Soprintendenza, le indagini attualmente in corso hanno riportato alla luce resti di terrazzamenti, e dei rispettivi muri di contenimento, di un porticato con colonne rinvenuto in fase di crollo e le prime tracce di pavimenti a mosaico e affreschi parietali. La villa di Poppea, grandiosa per dimensioni, qualità degli affreschi e sculture in marmo, è in fondo ancora da interpretare in tutta la sua complessità.



La zona orientale, infatti, è stata quasi interamente scavata, mentre la porzione occidentale ancora rimane “segreta” per la presenza della strada moderna e di un edificio militare, l'antica Real Fabbrica d'Armi. A fronte ora delle nuove scoperte, l’obiettivo è quello di definire lo sviluppo architettonico del lato sul mare della residenza, e a indagare l'esistenza di un collegamento diretto tra la villa e il mare, che la presenza del cunicolo visibile nell'angolo sud-ovest del peristilio servile, apparentemente diretto verso il mare a sud, lasciava intuire. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero