Opera, a Roma i "Masnadieri" gotici con la regia di Popolizio

Il regista Massimo Popolizio (a destra) con il maestro Roberto Abbado
Sarà come immergersi nelle passioni dello Sturm und Drang ma con atmosfere gotiche, in un vero e proprio dramma del desiderio: è questa l'esperienza...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sarà come immergersi nelle passioni dello Sturm und Drang ma con atmosfere gotiche, in un vero e proprio dramma del desiderio: è questa l'esperienza che l'attore Massimo Popolizio proporrà al pubblico dell'Opera di Roma domenica 21 gennaio, quando porterà in scena "I Masnadieri" di Giuseppe Verdi, un nuovo allestimento in replica fino al 4 febbraio con Roberto Abbado a dirigere l'orchestra. Per l'attore, che il prossimo 1 febbraio sarà al cinema con il film "Sono tornato" di Luca Miniero (dove si calerà nei panni di Benito Mussolini), questo titolo sancisce il debutto nella regia lirica: «Che fortuna fare "I Masnadieri", è un momento importante per la mia carriera, ho accettato subito quando mi hanno proposto di fare il regista. Chissà se me lo faranno fare ancora

da grande», scherza Popolizio alla presentazione al Costanzi, spiegando di aver voluto privilegiare la forza della musica, mettendo la propria arte «completamente a servizio di ciò che era già scritto». «In prosa siamo liberi di determinare il ritmo di ciò che facciamo, in musica i ritmi sono già prestabiliti», dice, «il mio valore aggiunto è che essendo attore posso avere un rapporto diverso con i cantanti, portando la mia esperienza
di palcoscenico».

Con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Roberto Venturi, i video di Luca Brinchi e Daniele Spanò e la direzione del coro affidata a Roberto Gabbiani, il pubblico vedrà sul palco Stefano Secco e Giuseppe Altomare nei panni di Carlo, Artur Rucinmski e Andeka Gorrotxategui in quelli di Francesco e, nel ruolo di Amalia, il soprano Roberta Mantegna, diplomatasi a Fabbrica, il vivaio dell'Opera di Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero