Spronati dalla toccante e costruttiva esperienza dello scorso anno che ha permesso di raccogliere in una sola serata i fondi per l’acquisto di un defibrillatore per il Liceo...
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Un evento intitolato al ricordo di un grande giornalista ed operatore, Mario Finamore, che nonostante i suoi 40 anni lontano da Napoli (in RAI prima ai programmi culturali poi alla direzione di diverse Sedi Regionali), si sentiva ancora vicinissimo nell’animo alla sua città ed ha sempre fatto molto per valorizzarne il patrimonio culturale.
Un evento incentivato al sostegno benefico di realtà minori come, in questa edizione, la casa famiglia per disabili di Corso Novara a Napoli, che ospita da tempo alcuni disabili rimasti senza famiglia, a cui verrà devoluto il ricavato.
«Napoli nel cuore – afferma il curatore della serata, Fabrizio Finamore - vuole essere un viaggio anche ironico nella cultura, nel disincantato rapporto con il destino, con la ciorte, in quella che è la visione del mondo e della vita all’ombra del Vesuvio, quella weltanschauung tipicamente napoletana che travalica epoche e ceti sociali e che ha profondamente influenzato questa cultura nei secoli. Una cultura che è intimamente legata alla sua culla, la città di Napoli, ma che oggi non ha confini geografici. La napoletanità si racconta, si tramanda, la si passa con i geni. Si può vivere, respirare tutto questo anche in un appartamento di Roma, di Milano o di New York. Perché sono gli uomini più che i luoghi ad avere reso grande questa cultura, quegli “uomini d’amore” per dirla con De Crescenzo, che noi chiamiamo napoletani.»
E anche il caso di Mario Finamore è quello di molti napoletani nel mondo da sempre ambasciatori della propria cultura in pectore. Questo spettacolo è dunque un atto d’amore per le proprie radici e le opere di artisti che hanno scritto di Napoli un giorno per dar modo a noi di capirla e apprezzarla di più anche oggi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero