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«Come va? A questa domanda bisogna rispondere sempre: bene. Altrimenti passi l'intera giornata a elencare cosa non va bene», rispondono al telefono Colapesce e Dimartino. La loro Musica leggerissima da Sanremo non ha mai smesso di suonare: oggi la porteranno anche al Concerto del Primo Maggio (in collegamento dalle Officine Meccaniche di Milano).
Voi non potete proprio lamentarvi, però. Un successo oltre le aspettative?
D: «Sì. Il post-Sanremo ce lo immaginavamo movimentato, ma non così tanto».
C: «La cosa bella è che abbiamo conquistato un pubblico trasversale, che va dai bambini agli anziani, con un pezzo che parla di depressione».
Siete stati fraintesi?
C: «Sì. Il tema è stato compreso da pochi. Ma ci siamo divertiti a mascherare la profondità del testo con il colore. È il gioco del pop. La sfida era quella di appesantire la musica leggera italiana, negli ultimi anni povera di messaggi: volevamo trasmettere dei contenuti all'interno di un contesto leggero».
È il vaccino contro il malessere sociale di questi mesi?
C: «Un valido palliativo».
Per strada vi fermano?
C&D: «La scena è sempre la stessa: Puoi fare un video saluto per mio figlio? È pazzo di Musica leggerissima».
Amadeus lo avete sentito, dopo Sanremo?
D: «Lo abbiamo rivisto a I soliti ignoti: era orgoglioso di aver contribuito al nostro successo».
Tra i colleghi chi vi ha fatto i complimenti?
C: «Jovanotti ci ha scritto che questa canzone avrebbe fatto del bene a tante persone».
D: «Ci ha mandato un messaggio anche Tiziano Ferro. Abbiamo messo d'accordo underground e mainstream, due mondi che si fanno la guerra».
Il prossimo passo è conquistare il mercato internazionale: ci proverete?
D: «Forse sì, anche perché i discografici ci hanno detto che abbiamo ascoltatori in Germania e in Polonia. Ma senza tradurre il testo».
C: «Abbiamo ascoltato la cover di Ana Mena sui social: magari potrebbe incidere lei una versione in spagnolo e conquistare il mercato latino. Intanto è uscito il remix di Cerrone, icona francese della disco music».
A Propaganda avete conquistato anche Ornella Vanoni: un programma tutto vostro in Rai?
C&D: «Lo faremmo solo a condizione di parlare esclusivamente di musica, visto che in tv non ci sono più spazi del genere: difficile che la Rai ce lo faccia fare».
Il duo fino a quando andrà avanti?
C&D: «Non ci siamo dati scadenze: finché ci andrà, continueremo a cantare insieme».
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Il Messaggero