A più di sessant'anni dalla leggendaria «Banana Boat», la musica e le carte di Harry Belafonte tornano a casa a Harlem. Registrazioni, appunti e lettere del...
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«Banana Boat», cantata in Italia da artisti diversi come Pino Daniele, Celentano e Mina, uscì nel 1957 nell'album «Calypso» e due anni dopo il Quartetto Cetra ne fece una parodia con «Pummarola Boat». Due settimane fa, in onore di Belafonte, era stato il rapper Doug E. Fresh a dare il ritmo al celebre ritornello «Day-O!» all'Apollo, una «cattedrale di spiritualità», come aveva aveva scritto nelle sue memorie del 2001 il cantante e attore amico di Marlon Brando e Martin Luther King, dei Kennedys e di Nelson Mandela. «Ogni pezzo di carta racconta una storia», ha detto Kevin Young, il direttore dello Schomburg: «Non solo su Belafonte, ma sulla storia dei neri in America, il nostro attivismo e la nostra arte». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero