Mudhoney, torna in Italia la band portabandiera del grunge: a Roma il 22 novembre

Mudhoney, torna in Italia la band portabandiera del grunge: a Roma il 22 novembre
Da trent'anni portabandiera del grunge americano, i Mudhoney sono pronti a sbarcare in Italia quest'autunno per tre date. L'appuntamento è per il 21 novembre...

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Da trent'anni portabandiera del grunge americano, i Mudhoney sono pronti a sbarcare in Italia quest'autunno per tre date. L'appuntamento è per il 21 novembre prossimo al Locomotiv Club di Bologna (prevendite disponibili sui circuiti Ticketone e Boxerticket dalle 10 di venerdì 11 maggio), poi il 22 novembre al Largo di Roma (prevendite disponibili sui circuiti DIY Ticket dalle 10 di venerdì 11 maggio) e infine il 23 novembre al Santeria Social Club di Milano (prevendite disponibili sui circuiti Mailticket e Ticketone dalle 10 di venerdì 11 maggio). I Mudhoney sono la band che ha veramente reso possibile l'ascesa del movimento grunge dei primi anni '90. Prima ancora di nomi del calibro di Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden, il gruppo già dal 1988, anno della sua fondazione, ha contribuito a portare in primo piano questo genere che ha lasciato un marchio indelebile nella storia della musica rock. La storia della band, indissolubilmente legata all'etichetta Sub Pop Records di cui ha rappresentato il primo vero e proprio exploit, inizia già nei primissimi anni '80, quando il frontman Mark Arm fonda quasi per gioco un piccolo progetto musicale chiamato Mr. Epp assieme ad alcuni compagni di scuola.


Con l'arrivo del chitarrista Steve Turner la carriera musicale comincia a diventare un obiettivo serio per Arm, e quando i Mr. Epp si sciolgono i due ragazzi trovano nuovi compagni d'avventure in Jeff Ament (basso) e Stone Gossard (chitarra) e formano i Green River. La nuova band guadagna la stima di un pubblico sempre più interessato, e al momento della sua dissoluzione nel 1987 i semi per la nascita del grunge sono già ben piantati a terra: Ament e Gossard creano i Pearl Jam; Arm e Turner reclutano il bassista Matt Lukin dei The Melvins e il batterista Dan Peters e fondano i Mudhoney, firmando un contratto con Sub Pop. Già dal primo EP Superfuzz Bigmuff (1988) la band fa conoscere il proprio nome tanto in America quanto in Europa, dove si esibisce per la prima volta nel 1989. I media cominciano a parlare con insistenza del cosiddetto 'Seattle sound' (quello che poi sarà rinominato grunge), i cui capifila sono proprio i Mudhoney, e quando nel 1989 esce il primo disco omonimo i Mudhoney sono già considerati degli eroi del rock undeground.

Il secondo disco Every Good Boy Deserves Fudge esce nel 1991 su Sub Pop, e lancia la band in modo definitivo, tanto da farle firmare un contratto con la major Reprise/Warner, anche sull'onda del successo mainstream del grunge. La transizione a una major è fluida dal punto di vista musicale: i dischi Piece of Cake (1992), My Brother the Cow (1995) e Tomorrow Hit Today (1998) conservano tutti gli elementi che hanno reso celebri i Mudhoney. Al contrario, i fan di vecchia scuola faticano a digerire il passaggio alle alte sfere dell'industria discografica, criticando la band per la scelta di non restare indipendente. Per questo motivo, anche se i live della band attirano sempre numerose folle, le vendite non registrano l'impennata che Warner sperava, e una volta terminato il contratto la band non viene confermata dall'etichetta.


Si apre il periodo più difficile per i Mudhoney: il bassista Matt Lukin lascia il gruppo, la band non ha un contratto, e l'uscita di una compilation (March to Fuzz, nel 2000) fa temere ai fan che la storia della band sia terminata. Nel 2001 tuttavia le attività dal vivo del gruppo riprendono con alcune sporadiche date nel Northwest. Il successo di questi concerti è la spinta ideale che convince la band a riprendere in mano gli strumenti, e con il nuovo bassista Guy Maddison a bordo il gruppo firma di nuovo per Sub Pop Records, dove tutto aveva avuto inizio. La band conosce una seconda giovinezza a partire da questo momento, e con Sub Pop escono ben quattro dischi: Since Wève Become Translucent (2002), Under a Billion Suns (2006), The Lucky Ones (2008) e Vanishing Point (2013). Nel 2018, la band celebra i trent'anni di carriera pubblicando il live album LiE, ovvero Live in Europe, registrato durante gli show europei del 2016.
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Il Messaggero