Niente è come sembra. E’ questa la certezza che sta alla base del film “Loro chi?” di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci, nelle sale il 19 novembre con Warner Bros. Ma...
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La trama. Interpretata da Edoardo Leo e Marco Giallini, “Loro chi?” è una commedia indiavolata a base di equivoci, colpi di scena, trasformismi, inganni multipli in un continuo alternarsi di realtà e fantasia. David, 36 anni (Leo) ha un’unica ambizione: guadagnare la stima del presidente dell’azienda in cui lavora, ottenere un aumento di stipendio e la promozione da dirigente. Sembra che la sua grande occasione sia arrivata, ma nel corso di una sola notte l’incontro con Marcello (Giallini), un imbroglione simpatico e creativo aiutato da due avvenenti socie, cambierà il corso della sua vita. David perde tutto: fidanzata, casa e lavoro. E per recuperare dovrà imparare l’arte della truffa proprio dall’uomo che l’ha messo nei guai.
I registi. “Sia io sia Bonifacci condividiamo l'ambizione di dar vita ad una commedia intelligente, che faccia anche pensare”, spiega Miccichè. “Una commedia che non sia fatta solo di battute e che abbia una struttura narrativa solida, cosa che oggi manca a molti film”. Quanto all’omaggio evidente alla grande commedia italiana, Bonifacci aggiunge: “E’ la nostra tradizione, la nostra cultura, forse un po’ la nostra anima. Fin da quando ho iniziato a scrivere, l’ho avuta presente senza sforzarmi di farlo, perché era l’aria che respiravo. Ma non mi dichiaro figlio di quella tradizione per pudore: ho paura che qualcuno esca dalla tomba a dirmi “Come ti permetti?”.
Gli attori. “Sono un appassionato della commedia classica di costume, certi film degli anni '60 e '70 li conosco a memoria”, spiega Giallini, “è noto il mio amore incondizionato per Vittorio Gassman, che è stato ed è per me un punto di riferimento costante. In questa occasione ho pensato soprattutto a "Il Mattatore". E Leo racconta il suo affiatamento con Giallini: “Io e Marco siamo in scena insieme per il 90 % delle scene del film, lui è un grande attore che stimo molto e con cui ho collaborato spesso oltre che un grande amico. E' unico, ha una capacità formidabile di rendere vere anche le cose più improbabili. Finisci col credergli sempre”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero