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Il ristorante che fa da ambientazione alla prima strofa del brano è lo stesso in cui i due protagonisti della canzone sono già stati in passato: una vecchia osteria del centro storico o magari di Trastevere, chissà. Lì dentro è tutto uguale, come sospeso nel tempo. Anche le reliquie sportive appese ai muri sembrano eterne: «Totti ovunque alle pareti e maglie della Roma», canta il rocker di Correggio nei primi due versi del brano. È cambiato solo il cameriere. Il vecchio oste cordiale e dall'aria bonacciona di una volta - un esemplare in via di estinzione - è stato rimpiazzato da uno impaziente e sbrigativo, «troppo brusco». «Non è quello di una volta», fa notare lui. «Ma dai, non è così importante che sia tutto uguale», risponde lei. Raramente lo spirito di Roma è stato raccontato con la stessa precisione e l'aderenza con le quali Ligabue ritrae la Città Eterna nel suo nuovo singolo, Una canzone senza tempo, da oggi in radio e sulle piattaforme. Il brano, seconda anticipazione - dopo il primo singolo Riderai, pubblicato lo scorso aprile - dell'album Dedicato a noi, che uscirà il 22 settembre, è un omaggio a suo modo spiazzante alla Capitale.
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Spiazzante, sì. Perché a cantare di Roma, del suo fascino e dei suoi miti non è un romano, stavolta. Ma un «forestiero», che però con la sua sensibilità riesce a catturare l'essenza della città e a restituirla attraverso i versi della sua canzone, facendo di Roma lo sfondo ideale di una storia d'amore cinematografica che sembra sfidare il tempo e resistergli: «Perché se è vero che Roma è la Città Eterna - spiega Ligabue - allora è proprio lì che il tempo ha un altro valore, nonostante i cambiamenti.
L'attesa
E chissà che sul palco del palasport dell'Eur Liga non porti a sorpresa proprio l'ex capitano della Roma, omaggiato nella sua canzone. La passione del rocker per l'Inter è nota, ma negli anni il cantautore è stato omaggiato in più di un'occasione dai tifosi romanisti e dall'icona giallorossa. Era il 2012 quando Francesco Totti si presentò a Trigoria indossando una t-shirt con sopra stampato lo slogan «il meglio deve ancora venire», preso in prestito dall'omonimo singolo di Ligabue, per caricare l'ambiente romanista in occasione dell'inizio del campionato. Nel 2016 il rocker fece avere al numero 10 un videomessaggio di auguri per i suoi 40 anni: «Ciao Pupone, grazie di essere un fenomeno». Poco dopo i tifosi riadattarono la sua A modo tuo, trasformandola in un coro da stadio. Una canzone senza tempo sembra la chiusura di un cerchio. E intanto cresce l'attesa dei fan per l'album - la cui uscita sarà anticipata il 16 settembre dall'inaugurazione della mostra fotografica All Areas - Luciano Ligabue, allestita con gli scatti del fotografo Jarno Iotti a Palazzo Pallavicini, a Sestri Levante, in Liguria - che segnerà il ritorno sulle scene discografiche del rocker a distanza di quattro anni e mezzo dal precedente Start (e a tre dalla raccolta con inediti 77+7). Il conto alla rovescia è già partito.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero