A cavallo tra Ottocento e Novecento un movimento artistico-filosofico influenzò architettura, arti applicate e arti figurative. Era l'Art Nouveau, come la...
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Adesso anche Roma si prepara a ricordare per la prima volta la sua figura, con una mostra al Complesso del Vittoriano, nell'Ala Brasini, intitolata Alphonse Mucha, aperta dal 15 aprile all'11 settembre 2016. La retrospettiva, organizzata e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha e curata da Tomoko Sato, espone oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che raccontano l’intero percorso creativo del massimo esponente dell'elegante corrente. L'artista, nel corso della sua vita, credette non solo all'universalità dell'arte e al suo potere d'ispirazione e comunicazione, ma anche alla possibilità per il popolo slavo di trovare un'unione spirituale, lasciandosi alle spalle rancori e guerre. Mucha sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra è espresso dal capolavoro, l’Epopea slava (1911-28). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero