Il latino al tempo dei social: “like” diventa “mihi placet”. Si svolgerà venerdì 18 gennaio alle ore 16 nell'aula Odeion della...
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Al primo posto si è classificato Francesco Grotto, autore del componimento poetico “Reditus in montem Ortigaram” che racconta il ritorno di un alpino sull’Ortigara molti anni dopo la battaglia del giugno 1917 e rievoca i suoi ultimi colloqui con un commilitone rimasto ucciso: una ricerca del tempo perduto, nella quale la tradizione della poesia neolatina si fonde con quella degli alpini e con quella della musica veneta, nel centenario dalla fine della Grande Guerra. Il vincitore ha dato prova di grande inventiva linguistica: così “state pronti” diventa “ estote parati”, il filo spinato viene tradotto in “spinea linea”, le feritoie della fortificazione sono “ballistraria”. Al secondo posto si è piazzato Giuseppe Quarta, che scrive una immaginaria lettera di Seneca a Lucilio, nella quale il filosofo critica la frase sallustiana scelta come titolo. Giovanni Bellizzi, al terzo posto, è autore di un saggio di satira sociale, nel quale la voce narrante (di una ragazza) contrappone alla superficialità delle amicizie social (“like” è reso in latino con “mihi placet!”) il colloquio, ben più profondo e rassicurante, con la propria ombra. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero