Uno dei due disegni di Andrea Mantegna (1431-1506), su 20 esistenti, ancora in mani private, recentemente riscoperto, va all'asta lmercoledì 29 gennaio con la...
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Datato alla fine del 1480, il disegno che verrà messo sul mercato antiquario per la prima volta è l'unico studio superstite dei «Trionfi di Cesare», una serie di nove dipinti monumentali raffiguranti la processione trionfale di Giulio Cesare e il suo esercito attraverso l'antica Roma. I dipinti fanno parte della Royal Collection britannica presso l'Hampton Court Palace, alla periferia di Londra, dove sono custoditi da quando furono acquisiti dal re Carlo I nel 1629. Il sovrano acquistò i dipinti direttamente dalla famiglia Gonzaga, i duchi di Mantova, che erano i mecenati più importanti del Mantegna. Il disegno a penna e inchiostro è uno studio per «I portabandiera e l'equipaggiamento d'assedio», che è la seconda tela della serie dei «Trionfi». Il disegno ricrea teatralmente una sezione del processionale che comprende gigantesche statue su carrelli, un modello della torre di Alessandria e armi d'assedio di grandi dimensioni.
Venduto come un'opera autografa di Mantegna nel 1885, il disegno successivamente passò in collezioni private e fu completamente sconosciuto agli studiosi fino a poco prima della recente mostra « Mantegna e Bellini» tenutasi alla National Gallery di Londra e alla Gemäldegalerie di Berlino. La sua inclusione in quella mostra ha suscitato grandissimo interesse, ma solo dopo che la mostra ha identificato altri aspetti estremamente significativi del disegno, a seguito di un'attenta ricerca da parte di Cristiana Romalli, Senior Director e specialista italiana nel dipartimento di Disegni Antichi di Sotheby's.
Sulla base di nuove analisi tecniche utilizzando la fotografia a infrarossi, eseguita dal Dipartimento di ricerca scientifica di Sotheby's, Romalli è stata in grado di stabilire che la figura principale sul lato sinistro della composizione è stata modificata in modo significativo durante il processo di creazione del disegno. Sotto la figura di Esculapio, il dio greco della medicina, che appare nel disegno finito e nella versione finale dipinta, c'è in realtà un'altra figura completamente diversa, identificata da Romalli come Helios, il dio romano del Sole, che l'artista ha scelto di cancellare e sostituire mentre ha sviluppato la sua composizione.
Questa modifica, ha spiegato Romalli, dimostra definitivamente che lo stesso Mantegna era l'autore del disegno e questa straordinaria e inaspettata scoperta getta una luce ulteriore sul metodo di lavoro di Mantegna, che continuamente perfezionava le sue composizioni, anche nelle fasi finali.
Il Messaggero