Il Bruce Lee afgano che sogna Hollywood

Il Bruce Lee afgano che sogna Hollywood
Sguardo tagliente e muscoli snodati. I capelli, il sorriso, gli occhi e perfino i calci obliqui e perfetti ricordano in modo impressionante il re del kung fu, Bruce Lee. Lui è...

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Sguardo tagliente e muscoli snodati. I capelli, il sorriso, gli occhi e perfino i calci obliqui e perfetti ricordano in modo impressionante il re del kung fu, Bruce Lee. Lui è Abbas Alizada, 20 anni, afgano.








Fa parte degli Hazara, una minoranza sciita a lungo perseguita perché considerata eretica. Ma per tutti, a Kabul e su twitter (@afghanbrucelee) dove è già una star con oltre 50 mila follower, lui è ormai il Bruce Lee afgano.



“Sono orgoglioso di essere associato a Bruce Lee. Ho imparato tutto da lui” ha detto il giovane in un lungo racconto sul Washington Post. Il primo film a nove anni, il preferito è “Enter the Dragon” (I 3 dell’Operazione Drago, 1973). Fin da piccolo Abbas coltiva il sogno, l’immedesimazione nel suo mito. A 14 anni comincia a prendere lezioni di arti marziali in una palestra locale ma deve ben presto arrangiarsi da autodidatta perché il padre, meccanico, non può pagargli le spese per gli allenamenti. Lui però continua, caparbio, ogni giorno, per quattro ore. Si costruisce bilancieri artigianali di cemento e ferro.



La celebrità del sosia è cominciata dopo i 18 anni grazie ad amici e parenti che postavano suo social le immagini e i video di Abbas mentre si allenava. Ora gira le tv straniere, da quelle cinesi a quelle giapponesi. Ma il suo sogno rimane quello di seguire le orme del suo mito, e quindi, Hollywood.



Un sogno che sostengono in tanti. I social di Abbas sono pieni di commenti e incitamenti positivi. Il Bruce Lee afgano sta cambiando l’immagine del paese, scrivono. Un obiettivo che sembrava lontanissimo per un ragazzo proveniente da una famiglia povera e soprattutto appartenente a una minoranza etnica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero