Nei giorni che ruotano intorno al 27 gennaio, sono tantissimi gli eventi nella capitale dedicati alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto. La Giornata della Memoria,...
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Era conosciuto come “Belva Giudea” il giovanissimo Hertzko Haft, un nome che gli restò addosso per la carriera di pugile spietato intrapresa nei campi di concentramento, dove i combattimenti all'ultimo sangue divertivano le guardie tedesche. Internato alla sola età di quattordici anni, Hertzko non si è mai arreso al suo destino ed ha combattuto il nazismo a suo modo, tirando di boxe e guidato dall’amore per la sua Leah. Dotato di una notevole stazza muscolare e di grande resistenza fisica, fu scelto da un ufficiale delle SS come “volontario” per i sanguinari incontri di boxe fra prigionieri. Hertzko vinse 75 incontri e dunque ammazzò 75 uomini, perché dagli incontri o si usciva vincitori (e vivi), oppure niente. Una volta libero, sbarcò in America sotto il nome di Harry Haft per ritrovare la sua adorata Leah che nel frattempo si era stabilita negli States. Per farlo doveva farsi notare a tutti i costi, poiché non aveva idea di dove Leah fosse, ne che lei sapesse che il suo grande amore era ancora vivo. L'unica soluzione è che il suo nome apparisse su tutti i giornali. Solo così Leah avrebbe saputo che dopo la deportazione, anche lui era giunto in America per cercarla. C'era un solo modo per farlo: sconfiggere Rocky Marciano, campione del mondo di pesi massimi.
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Il Messaggero