I viaggiatori che cambiarono il mondo, Nellie Bly la prima donna ad attraversare la terra in 72 giorni

Un giornale dell'epoca sull'impresa di Nellie Bly
«Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia», diceva Ralph Waldo...

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«Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia», diceva Ralph Waldo Emerson. Ed è proprio sulla filosofia del viaggio e soprattutto della traccia che si fonda I grandi viaggiatori che hanno cambiato la storia del mondo, nuovo libro di Giorgio Pirazzini (Newton Compton). Da Erodoto a San Paolo, da Marco Polo a Nellie Bly, prima donna a compiere da sola il viaggio intorno al mondo, fino ai coniugi Tony e Maureen Wheeler, ideatori di Lonely Planet, il testo indaga il modo in cui intuizioni e imprese di viaggiatori, mossi da semplice curiosità o da un sogno, hanno mutato la maniera di concepire il mondo, rinnovandone la percezione geografica, sociale e culturale.






IL TALENTO
Varie le epoche e i percorsi. Unica, di fatto, la meta: un orizzonte nuovo, ideale o reale, comunque capace di spostare oltre il limite conosciuto l'idea del confine. Ripercorrendo le avventure di più viaggiatori, Pirazzini si concentra su personalità, approccio all'ignoto e ricadute delle visioni di ognuno. Così, anche i nomi più lontani nel tempo si avvicinano, nella modernità di una poetica della partenza che è pure sapienza del ritorno, o meglio forse talento di saper condividere memoria, documentazione, emozione di quanto appreso, facendo delle storie del singolo la Storia - con la maiuscola - di tutti. Ecco allora, Erodoto, «vero reporter» secondo Kapuscinski, che illustra le molte meraviglie, opera dei greci ma anche dei popoli che nel mondo ellenico erano considerati barbari. Ed ecco Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran, vissuta tra 1864 e 1922, che ha compiuto il giro del mondo in 72 giorni, diventando la persona più veloce a farlo. Viaggiando da sola, inoltre, si è fatta simbolo di emancipazione femminile. Ad assegnarle l'incarico, nel 1888, è l'editore del New York World Joseph Pulitzer - per suo volere e in sua memoria sarà poi istituito il premio Pulitzer - con l'obiettivo di tradurre in realtà quanto immaginato da Jules Verne nel libro Il giro del mondo in 80 giorni, anzi, di andare oltre. Stimando la giovane, la sfida a impiegare meno tempo. Nellie parte il 14 novembre 1889 dal New Jersey. È giovedì - la data della partenza è stata stabilita due giorni prima - grazie all'intervento del Segretario di Stato ottiene il passaporto in poche ore. In valigia ha biancheria intima, materiale per prendere appunti, crema idratante. L'abito è uno: quello che indossa. Farà ritorno a New York il 25 gennaio 1890. Tra le tappe, Amiens, dove incontra e intervista Verne. Ciò che l'impresa di Nellie modifica non è la conoscenza geografica ma la dimensione sociale. «Prima di lei - commenta Pirazzini - un'altra donna, Jeanne Baret aveva circumnavigato il globo nella spedizione di Antoine de Bougainville, ma lo aveva fatto travestita da uomo». Nellie si fa vessillo nel mondo di una battaglia di genere per dare - letteralmente - nuove prospettive alle donne. E agli uomini. Dal 1998 figura nella National Women's Hall of Fame. «Inizialmente - racconta l'autore - volevo concentrarmi su personaggi medievali. Interessandomi a Marco Polo, ho puntato l'attenzione sul fatto che la sua partenza aveva cambiato la prospettiva di quanti lo circondavano. Da qui l'idea di guardare a chi ha mutato le nostre prospettive, non solo geografiche. San Paolo, ad esempio, non citato di solito nella letteratura di viaggio, ha davvero modificato il mondo».

LE AVVENTURE

Il risultato è una raccolta di avventure, imprese e caratteri. «Erodoto era curioso, viaggiava per il piacere di farlo - conclude - Magellano non perdeva mai l'occasione di comportarsi in modo detestabile, Cristoforo Colombo è stato effettivamente lo spietato conquistador che raccontano. Al secondo giorno in America, già annotava che i nativi erano docili e che sarebbe bastato un pugno di europei per sottometterli. A un certo punto, quando si è reso conto di non avere abbastanza oro da mandare in Spagna, ha imbarcato 500 nativi come schiavi». Nel libro, anche James Cook, David Livingstone e altri. Uno e più viaggi sulle tracce del nuovo.
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Il Messaggero