Si dice che, quotidianamente, suo nonno Gianni Agnelli fosse solito ordinare da Torino una copia del Messaggero per leggere le pagine della rubrica "Giorno & Notte"....
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Con lei guardava i capolavori di Francis Ford Coppola, Bernardo Bertolucci e Martin Scorsese, ricordandole sempre l'importanza dei dettagli nelle inquadrature per ottenere un prodotto filmico autoriale e di successo. Ieri, all'Arena Adriano Studios di via Tiburtina- durante la rassegna di celluloide organizzata dall'ad degli studi cinematografici e televisi Daniele Taddei con Giorgio Ferrero, direttore di "Ferrero Cinemas"- la regista, terzogenita di Margherita Agnelli e di Alain Elkann, è arrivata col sorriso insieme al ceo di "Bim Distribuzione" Antonio Medici per presentare la sua opera prima “Magari”.
Un dramedy romantico e familiare, ambientato fra Parigi e la Capitale, girato anche a Sabaudia, con Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher. Prima di salire sul palco, Ginevra parla del suo debutto alla regia dopo la lunga gavetta e delle suggestioni che l’hanno ispirata, tra infanzia e grande schermo. Poi va via fra gli applausi.
L'altra sera, invece, agli ex De Paolis, è stato il turno del commediografo Massimiliano Bruno, che ha diretto la pellicola "Non ci resta che il crimine". Echeggiando la comicità di Roberto Benigni e Massimo Troisi, tre amici (Alessandro Gassmann, Marco Giallini e Gianmarco Tognazzi), in tour per i luoghi popolari della "Banda della Magliana", si ritrovano catapultati per magia ai Mondiali del 1982 e cercheranno di arricchirsi attraverso il calcio. Nel cast pure Edoardo Leo, che veste i panni del personaggio Renatino, e Ilenia Pastorelli. Con la sua verve Bruno contagia tutti. Inizia la proiezione e lo spazio all'aperto diventa buio. Ma s'illumina d'immensa voglia di Cinema. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero