Fresi, un attore veloce come un treno "Sogno un viaggio notturno fino a Parigi"

Stefano Fresi, a destra, con Giovanni Storti nel film "Tutti a bordo"
Le Ferrovie dello Stato hanno ripristinato il collegamento notturno-Roma Calalzo, tratta obbligata per andare a Cortina, dopo la sospensione dovuta al covid. E di viaggi in treno...

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Le Ferrovie dello Stato hanno ripristinato il collegamento notturno-Roma Calalzo, tratta obbligata per andare a Cortina, dopo la sospensione dovuta al covid. E di viaggi in treno parliamo con il popolare attore e muscista romano Stefano Fresi: l’anno scorso è stato il protagonista, con Giovanni Storti, del film ”Tutti a bordo” diretto da Luca Miniero, remake di un successo francese. Si tratta di una commedia movimentatissima, ambientata in prevalenza sul treno su cui finiscono per imbarcarsi da soli, a causa di un equivoco, sette ragazzini che da Torino devono raggiungere un campo estivo in Sicilia. Mentre i piccoli filano sulle rotaie, il padre e il nonno di uno di loro li inseguono attraverso mezza Italia con tutti i mezzi possibili: treni, elicotteri, furgoni, ”api”, perfino asini.

Fresi, ha mai fatto un viaggio notturno in treno?
«Ancora no, ma è un desiderio che vorrei soddisfare presto. Amo molto quel mezzo di trasporto: permette di perdere meno tempo che con l’aereo e durante il tragitto puoi leggere, lavorare, studiare. Se poi scegli il percorso notturno, risparmi anche l’hotel e arrivi a destinazione riposato».
E dove le piacerebbe andare?
«Sicuramente, per cominciare, prenderei il treno Roma-Parigi per andare a mangiare un ”croque-monsieur” alla famosa Brasserie Lipp di Saint Germain».
Nella sua vita c’è stata qualche vacanza in treno indimenticabile?
«Certo, è quella che 9 anni fa ho fatto con mio figlio Lorenzo, allora 4 anni, mia moglia Cristiana e mia suocera per andare da Milano a Pavia, Padova, Venezia. E’ stato un viaggio indimenticabile: nessun problema di traffico, niente obbligo di rimanere concentrato alla guida e mille cose da scoprire insieme alla famiglia».
Come ricorda la lavorazione di ”Tutti a bordo”?
«E’ stata un'esperienza divertente anche se faticosa perché lo spazio era molto ridotto. Noi in realtà stavamo fermi mentre il paesaggio visibile dai finestrini era generato da immagini digitali».
Un viaggio sull’Orient Express la tenta?

«Magari, impazzirei dalla gioia. Mi attira, di quel mitico convoglio, anche il codice di eleganza richiesto, un rituale come il tè delle cinque...Sempre che non ci scappi il morto, visto che abbiamo scoperto quel treno grazie ai romanzi di Agatha Cristie». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero