Franco Micalizzi, la Casa del Cinema omaggia un maestro di colonne sonore

Franco Micalizzi
Lunedì prossimo dalle ore 16 la Casa del Cinema di Roma omaggia Franco Micalizzi con la proiezione di “Italia a mano armata” e, a seguire, un incontro...

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Lunedì prossimo dalle ore 16 la Casa del Cinema di Roma omaggia Franco Micalizzi con la proiezione di “Italia a mano armata” e, a seguire, un incontro moderato da Pierpaolo De Sanctis con Marco Tullio Barboni e lo stesso Micalizzi. Musicista e autore di colonne sonore indimenticabili - e non è un caso che Quentin Tarantino abbia inserito nello score del film di “Grindhouse” il tema di “Italia a mano armata” e nella scena finale di “Django Unchained” quello di “Lo chiamavano Trinità” - Micalizzi inizia la sua carriera come chitarrista e pianista alla fine degli anni Cinquanta. Suona in tutta Europa e accompagna i musicisti e cantanti più in voga in quel periodo.


Alla fine degli anni Sessanta inizia la collaborazione con la Rca e si dedica alla composizione di colonne sonore. Ma è con gli anni Settanta che diventa il Maestro del cinema di genere come i «polizieschi all’italiana». Il grande talento di Micalizzi era quello di non limitarsi a scimmiottare i modelli anglosassoni, ma pescava sia nel folk dell’Italia meridionale e del Mediterraneo sia nel funky, sposando il tutto ad arrangiamenti più complessi e orchestrali. Ed è per questo motivo che Jovanotti utilizza il tema musicale di “Lo chiamavano Trinità” per l’inizio della sua tournée negli stadi e per un dvd live. Senza Micalizzi non ci sarebbero gruppi di culto come i Calibro 35. E lo stesso Micalizzi pare sempre inarrestabile e all’avanguardia: nel 2006 ha aderito al progetto Gli Originali, in collaborazione con alcuni dei più rappresentativi artisti della scena hip-hop italiana e nel 2017 è uscita una divertente quanto curiosissima autobiografia, “Le chiamavano colonne sonore. Golden 70’s”.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero