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Adesso, in un momento in cui abbiamo tempo per aprire cassetti e metterci a spulciare vecchi album, possiamo anche noi incrementare questa raccolta, magari ampliando la sezione Microstorie dove le immagini sono accompagnate da brevi racconti di chi vi è ritratto, ricordi personali che diventano patrimonio collettivo. «Chi voglia uscire per un po’ dal clima plumbeo che ci attanaglia - è l’invito che arriva dalle Biblioteche di Roma - può tuffarsi con noi in questa dimensione di memoria condivisa, contribuendo a incrementare l’archivio fotografico con i suoi scatti familiari del Novecento. Cerchiamo immagini che rappresentino la vita quotidiana, persone e gruppi ripresi all’interno del paesaggio urbano di Roma, eventi pubblici e storici». Le scansioni (400 dpi di risoluzione) delle foto possono essere inviate utilizzando wetransfer all’indirizzo email: albumdiroma@bibliotechediroma.it.
Le biblioteche di Roma Capitale, con l’aiuto dei Municipi, diverranno centro di raccolta e catalogazione delle immagini. «Risponderemo a tutti indicando le foto selezionate e fornendo le istruzioni necessarie per compilare i moduli disponibili sul sito: una liberatoria e la scheda informazioni che serve per contestualizzare la fotografia e permetterne un’accurata catalogazione», spiegano alle Biblioteche di Roma che vogliono offrire un servizio culturale in questo tempo di emergenza coronavirus. «Siamo chiusi come tutti, ma stiamo provando ad attivare tutte le modalità che, da remoto, ci consentano di essere vicini ai cittadini coinvolgendoli in progetti che diventino momenti di partecipazione». Tra le iniziative in corso, l’accesso alle risorse digitali e il prestito degli e-book aperto a tutti sul portale BiblioTu, oltre a una ricca edicola digitale.
Dunque adesso si tratta di mettersi all’opera, rintracciando foto di momenti privati che possano diventare patrimonio condiviso dell’intera città.
Il Messaggero