Film su Modigliani diretto da Longoni nel cast c'è anche Fanny Ardant

Fanny Ardant, nel cast del film su Modigliani
Mentre Johnny Depp si accinge a girare il suo ”Modì” kolossal con Riccardo Scamarcio, Al Pacino e Luisa Ranieri, anche in Italia si prepara un film su Amedo...

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Mentre Johnny Depp si accinge a girare il suo ”Modì” kolossal con Riccardo Scamarcio, Al Pacino e Luisa Ranieri, anche in Italia si prepara un film su Amedo Modigliani: s’intitola ”Modigliani il principe”, avrà la regia di Angelo Longoni anche autore dell’omonimo romanzo (Giunti Editore), sarà una coproduzione internazionale tra Italia, Polonia, Francia, Serbia, Spagna e si avvarrà della consulenza tecnica e scientifica dell’Istituto Amedeo Modigliani (IAM). Le riprese inizieranno tra la primavera e l’estate del 2024, in occasione dei 140 anni dalla nascita del grande pittore. Sarà internazionale anche il cast: già confermati Fanny Ardant e l’attore spagnolo Oscar Casas mentre il maestro Goran Bregovic firmerà le musiche e Bojana Nikitovic i costumi.

IL PROGETTO. Il progetto è stato presentato nel quadro della Festa di Roma presso lo spazio spazio Lazio Terra di Cinema: la Regione è infatti al centro di un sistema di collaborazioni con tutte le realtà laziali come la Scuola d’arte cinematografica Volonté, l’Officina delle Arti Pasolini e la Roma Lazio Film Commission. E, con Lorenza Lei, delegata del presidente Francesco Rocca per il settore cinema e audiovisivo, sta investendo molto nel settore con l’obiettivo di riportare al centro del mercato la creatività in tutti i suoi aspetti, dal grande al piccolo schermo, alle nuove forme di coproduzione, valorizzando i territori, anche a livello internazionale.

LA TRAMA. “Modigliani il principe”, centrato sulla giovinezza di Modigliani, è un racconto di formazione, artistico, umano, amoroso. Amedeo si trasferisce a Parigi poco più che ventenne, muore ancora giovane e tutti i suoi amici artisti, immersi nella follia bohémienne, sono suoi coetanei. «Raccontare Modigliani significa anche celebrare la cultura dell’Europa unita», spiega Longoni, «Parigi, negli anni attorno alla Prima Guerra Mondiale, confluivano i principali artisti del secolo. La capitale francese era un luogo in cui non si costruivano confini e barriere ma si rifletteva sul futuro e sull’arte al di là dei conflitti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero