«Vincere un Oscar un po' te la cambia la vita. Prima dovevi lottare per un sì, adesso invece devo saper dire di no». Barry Jenkins, premio Oscar per...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nonostante la nostra sofferenza abbiamo comunque voglia di essere felici e di celebrare la belleza, ma dobbiamo anche sopravvivere». La volontà di Jenkins era quella di rispettare il libro quasi pedissequamente, persino nei vestiti dei protagonisti («La scrittura di Baldwin era così vivida nella descrizione che abbiamo lavorato per due mesi per riuscire a riprodurre in video il vestiario dei personaggi») e nei sentimenti più profondi che segnano l'essere afroamericano negli Stati Uniti: «Quando in una famiglia di colore nasce un figlio, i genitori non lo lasciano libero, ma lo proteggono. È un istinto naturale che è molto ben spiegato nel libro. Ho inserito una scena che non è nel libro, quella finale in cui parlano in carcere dove visivamente ho cercato di riprodurre la bellezza dell'amore – dice Jenkins – c'è molto giallo in quella scena così come all'inizio. Volevo sottolineare la forza delle famiglie afroamericane». Non si può non tornare alla notte degli Oscar: «È stato strano. Ci sono eventi piccolissimi che funzionano a meraviglia, per cui non potevo mai immaginare un errore agli Oscar. Quando hanno annunciato La La Land non ho pensato nulla, poi dopo ho avuto un black out totale e quando mi sono ripreso avevo un Oscar in mano». Vincere un Oscar, però, cambia anche un po' le opportunità per un regista: «Sì, solo un poco: prima dovevo lottare per avere un sì, ora devo sapere dire di no. Ho avuto anche la possibilità di poter girare con Dave Franco, Diego Luna e Pedro Pascal che hanno accettato dei piccoli ruoli. È stato pazzesco poter lavorare con loro e scoprire che anche loro amano l'opera di Baldwin». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero