Faenza riapre il caso di Emanuela Orlandi: nessuno ha voluto ancora trovare la verità

Alberto Cracco e Maya Sansa nel film di Roberto Faenza
«La verità non sta in cielo ma in terra. Ma nessuno ha voluto ancora trovarla. Malgrado l’archiviazione, decisa dalla magistratura l’anno scorso, spero...

Continua a leggere con la nostra promo elezioni:

X
Scade il 10/06
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La verità non sta in cielo ma in terra. Ma nessuno ha voluto ancora trovarla. Malgrado l’archiviazione, decisa dalla magistratura l’anno scorso, spero che il mio film contribuisca a riaprire il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi». Con queste parole il regista Roberto Faenza ha presentato il suo nuovo film “La verità sta in cielo” (in sala il 6 ottobre) che a 33 anni di distanza ricostruisce uno degli episodi più inquietanti e irrisolti della storia italiana recente: la scomparsa, avvenuta il 22 giugno 1983, della quindicenne cittadina vaticana Emanuela Orlandi, uscita per andare a lezione di musica nel centro di Roma e mai più rientrata.


Le indagini si sono intrecciate fin dal primo momento con oscure ipotesi, depistaggi, servizi segreti, coinvolgimento dei poteri forti, della Banda della Magliana, del Vaticano, dei Lupi Grigi di Alì Agca. Del mistero di Emanuela Orlandi continua a occuparsi la trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto” ma l’archiviazione ha per il momento posto fine alla ricerca della verità.

Il regista. Oggi Faenza riprende in mano il “cold case” e con l’aiuto di un cast d’eccellenza (Greta Scarano, Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Shel Shapiro) rimette insieme i pezzi del puzzle. «Lo so, mi attaccheranno, e su internet mi hanno già minacciato - racconta il regista - è un rischio che, facendo un cinema di denuncia, ho messo nel conto. Il film nasce dalla mia sincera convinzione che il dolore della famiglia Orlandi debba avere una risposta. E’ una storia ancora aperta sulla quale il Vaticano sa molte cose, spero si decida a rivelarle». Il film è prpdotto da Elda Ferri per Jean Vigo e RaiCinema: «Ringrazio la Rai - aggiunge Faenza - che mi ha dato fiducia e ha avuto coraggio di trattare questo tema, tenendo fede alla sua missione di servizio pubblico».


Il fratello. Dello stesso parere Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da 33 anni si batte per trovare la verità. «Ho accettato di appoggiare Faenza perché ho riscontrato nel regista un impegno sincero nel cercare la verità - spiega -. Mi auguro che il film convinca il Vaticano a dire tutto quello che sa».

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero