Fabio Troiano e Francesco Apolloni: «Noi, malati di sesso (e di risate)»

«L'amore è la risposta ma, mentre l'aspettate, il sesso può suggerire delle ottime domande». Parola di Woody Allen, uno che l'argomento...

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«L'amore è la risposta ma, mentre l'aspettate, il sesso può suggerire delle ottime domande». Parola di Woody Allen, uno che l'argomento continua a studiarlo da anni. E questa sua convinzione oggi calza a pennello al film Malati di sesso (in sala da domani), diretto da Claudio Cicconetti e interpretato da un gruppo di attori perfettamente calati nei rispettivi ruoli: Francesco Apolloni, anche autore del soggetto, Gaia Bermani Amaral, Fabio Troiano, Elettra Capuano. Il quartetto, motivato e affiatato, dà vita a una commedia in cui, a dispetto del titolo, c'è ben poco sesso. Tanto che gli stessi interessati la definiscono «romanticomica».

Nessuna morbosità, spiega il regista, «il tema è trattato con lo stile della commedia sosfisticata all'americana». In compenso ci sono i sentimenti. O meglio, l'amore che scatta (im)prevedibile tra i due protagonisti Giacomo (Apolloni), autore tv di scarsa fortuna, e Giovanna (Bermani Amaral), una mental coach, professione di gran moda, mentre la loro storia s'intreccia con le vicende di un'altra coppia di amici, un giocatore incallito (Troiano) e un'animalista militante (Capuano).
 

TUTTI NEL REHAB
Ma cos'hanno in comune Giacomo e Giovanna? La dipendenza dal sesso. Infatti s'incontrano per la prima volta nello studio di uno psichiatra (interpretato da Augusto Zucchi) al quale confidano i rispettivi problemi: a lui le donne piacciono troppo e piacciono tutte, mentre lei non è da meno e finisce per dir di sì a chiunque ci provi, ma non riesce a innamorarsi.
Per guarire, i nostri eroi le provano tutte, dal ricovero nel rehab per sessodipendenti in mezzo alle montagne al ritiro spirituale in un improbabile ashram. Per rendersi conto che la soluzione era molto più semplice (e inevitabilmente romantica) del previsto. Non a caso Apolloni aveva ideato un titolo diverso, Caccia d'amore. E oggi spiega: «Mi sono ispirato a un monologo che avevo scritto sulle mie disavventure sentimentali. Il cinema italiano non aveva mai toccato temi come la dipendenza dal sesso». Proprio quella che il grande pubblico ha scoperto qualche anno fa, quando Michael Douglas in crisi coniugale provò a disintossicarsi dal suo chiodo fisso in una clinica specializzata. E il tema è tornato alla ribalta di recente, quando il produttore Harvey Weinstein, inseguito dalle accuse di abusi da parte di un centinaio di donne, si è rifugiato in un esclusivo rehab nel deserto dell'Arizona.
«Io ho provato a raccontare la mia storia per far capire come ogni forma di dipendenza nasconda sempre un vuoto affettivo», prosegue Apolloni.
 

LA CITAZIONE

«Alla fine ho capito che per amare qualcuno bisogna imparare prima di tutto ad amare se stessi». Il film esplora i difficili rapporti tra i sessi attraverso le psicosi, le ossessioni, le fragilità del nostro tempo. Molto bella Gaia Bermani Amaral che simula un orgasmo in un autogrill regalando al pubblico una citazione da Harry ti presento Sally. «Malati di sesso», spiega l'attrice, «è la prima commedia che interpreto e mi sono divertita moltissimo. Il mio personaggio è un maschiaccio, domina gli uomini, ma nasconde un lato umano e fragile che ho cercato di far emergere. Nella vita sono diversa: un'inguaribile romantica».

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Il Messaggero