«Niente pietismi, non mi sono ritirato». Il musicista Ezio Bosso, dopo le voci di una sua imminente uscita di scena, scatenate da un intervento alla Fiera del Levante...
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Ezio Bosso, addio al pianoforte: «Non posso più suonare, smettete di chiedermelo»
Ezio Bosso, ecco la malattia che lo ha colpito
E così, Ezio Bosso, che ha sempre ripetuto «Ogni volta che suono il pianoforte, un pianista muore», facendo ironia sulla malattia neurodegenerativa, si è ritrovato in un carosello di voci che lo descrivono come al termine della carriera. E della vita: insieme con migliaia di post sono arrivati anche messaggi di condoglianze.
«Purtroppo - aggiunge il musicista che quest’estate a debuttato a Verona conquistando l’Arena con i suoi Carmina Burana - è stato dato inutile risalto in maniera sciacalla, come sempre, al pregiudizio su di me». Bosso ha un calendario di appuntamenti che lo terranno impegnato fino ad agosto 2020, tra Auditorium, dove torna dopo il tutto esaurito in Cavea nel 2018, e Arena che lo aspetta per dirigere la Nona di Beethoven. «Continuo a fare musica e meglio di prima!».
L’ultimo concerto al pianoforte, uno Steinway alleggerito da cui non si separa mai, Bosso lo ha sostenuto un anno e mezzo fa: un recital intitolato Bach, Beats, Bosso. E in quell’occasione ribadì che non l’avrebbe mai più potuto fare perché «faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. E soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto. Il lavoro con le orchestre, che ho sognato tutta la vita». Del resto, Bosso ha sempre ripetuto: «Dirigere è la mia natura. Dimentico i miei problemi fisici anche se rischio di farmi male. C’è chi ha imparato a vedere l’uomo e chi no. E inventa. Vorrei diventare trasparente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero