Doppio appuntamento, tra cinema e teatro, con Milo Rau al Romaeuropa

Milo Rau e il suo International Institute of Political Murder
Doppio appuntamento per il Romaeuropa Festival 2018 con Milo Rau e il suo International Institute of Political Murder: il regista di origini svizzere, tra le nuove figure di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Doppio appuntamento per il Romaeuropa Festival 2018 con Milo Rau e il suo International Institute of Political Murder: il regista di origini svizzere, tra le nuove figure di riferimento per il teatro europeo e internazionale, approda al REf18 con il film The Congo Tribunal (appuntamento a ingresso gratuito l’8 Novembre alle ore 18 presso l’Opificio Romaeuropa) e il suo ultimo spettacolo The Repetition – Histoire(s) du Théâtre (I) in scena al Teatro Vascello dal 9 all’11 Novembre.


«La mia pratica artistica è caratterizza da due estremi opposti ma congiunti» ha spiegato Milo Rau. «Uno di questi estremi rappresenta una mia certa “tendenza positiva”, che vorrei definire quasi “attivista”. È proprio quella di The Congo Tribunal, un progetto per il quale, partendo dalla rappresentazione della realtà della guerra civile in Congo e dalla creazione di qualcosa di nuovo, come un vero e proprio tribunale, abbiamo cercato di innescare un effetto reale. L’altro estremo della mia anima artistica è invece rappresentato dai miei spettacoli, come The Repetition. Si tratta di opere più pessimiste forse - nonostante alla fine vi sia una giustizia poetica - nate per approfondire, attraverso il teatro, la questione del “male”. Da una parte, quindi, si va a fondo, dall’altra vi è il tentativo di cambiare qualcosa. Come diceva Gramsci: “Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà”». 
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero