«Oggi il teatro sperimentale e dei giovani è fortemente tassato, c’è una sorta di censura economica. È difficile fare un teatro povero e, al tempo...
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«Noi non avevamo soldi - dice Maraini - ma si poteva fare volontariato, almeno non c’erano tutte quelle tasse, che oggi stroncano le gambe. C’era la libertà di fare teatro professionale senza tassazione». Più in generale, la scrittrice, saggista e sceneggiatrice parla del cambiamento che ha investito il mondo culturale. «Il teatro e la cultura - dice - sono cambiati. Un tempo la comunità artistica era molto viva, vivace e unita e gli intellettuali si confrontavano con il popolo. L’idea del lavoro collettivo, l’idea di teatro immerso nell’ambiente ora non ci sono più, ognuno va per i fatti suoi, è tutto individualista. Una volta - conclude - c’era più spazio per la cultura intesa come grande progetto che riguardava l’antropologia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero