Tradizione, gioco di squadra, piacere di stare all’aria aperta. Sono tanti i fattori per i quali il cricket è oggetto di un vero e proprio boom nella Capitale, che...
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La consuetudine viene da “lontano”, nel tempo e nello spazio. Praticato principalmente in Inghilterra e nell’Asia del Sud, il cricket è sbarcato in Italia, proprio a Roma, negli anni Sessanta del secolo scorso, per la passione di funzionari delle ambasciate straniere che si incontravano a Villa Pamphilj per disputare i loro incontri. A scendere in campo per Rome Ashes erano membri dell'ambasciata Britannica ed Australiana, la Fao - oggi membro onorario della Federazione Cricket Italiana, che ha sede nell’Urbe - la Commonwealth War Graves Association, il Venerable English College e il Beda College. La tradizione è rimasta con the Commonwealth Club of Rome che, fondato nel 1947, che ogni anno a settembre disputa la CCR Cricket Cup, come vuole la storia della disciplina a Roma, ancora oggi nella Villa. A rilanciare il trend nell’ultimo periodo sono molti giovani originari di Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka ma non solo. Il cricket infatti conquista sempre più giocatori e anche molti giovanissimi. Non a caso, tra i protagonisti della quattordicesima edizione del progetto “I giovani incontrano i campioni”, firmato dal Coni Lazio, giovedì a Cisterna di Latina ci sarà l’ex capitano della Roma Capannelle e della Nazionale, nonché delegato federale, Leandro Jayarajah. Molti i luoghi che la Capitale dedica a questo sport. Si gioca a Capannelle, dove un primo campo per il cricket è stato inaugurato nel 1983 all’interno dell’ippodromo, poi seguito da un altro nella stessa struttura. Il cricket si pratica pure nel centro di preparazione sportiva all’Acqua Acetosa. Un campo, frequentatissimo, è stato realizzato all’interno della riserva naturale Valle dell'Aniene, grazie alla UISP-Unione Italiana Sport per Tutti che organizza incontri con società della Capitale, del Lazio e di altre regioni. A curare il campo, il Roma Cricket Club, team nato nel 2012, composto principalmente da atleti dello Sri Lanka. La storia del team è stata raccontata pure nel documentario “Nonostante Roma” di Tiziano Locci. A illustrare un altro volto della città e una delle sue “rivoluzioni gentili”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero