È cresciuto, molto più di quanto lascerebbe supporre l'anno che separa il primo lavoro, 1995, dal suo nuovo album, Zero Gravity. Lorenzo Fragola, reduce dal...
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DUE VERSIONI
Undici gli inediti presenti nella versione standard (in quella Deluxe ci sono tre brani extra, oltre a Dvd con immagini e interviste esclusive), una cover che Lorenzo, idolo di un pubblico sempre più trasversale (anche i “fragoliners” sembrano essere cresciuti...), si è fatto tatuare su un braccio. «E' un album più libero – ammette – e personale, e anche molto moderno. Nello scriverlo ho avuto molte meno ansie. Prima temevo sempre di essere frainteso e cercavo dei compromessi: ora non mi sono voluto porre limiti e mi sono lasciato andare». «Credo di aver fatto un grande passo in avanti a livello testuale – aggiunge – non tanto per il contenuto, non sta a me giudicarlo, quanto per la totale libertà con cui ho scritto ogni parola». Ha passato notti insonni, nello scriverlo, con la mamma costretta a chiamarlo alle due di notte per riuscire a scambiarci anche solo qualche parola: «E a volte neanche mi trovava a quell'ora».
«Tutto il team che è con me – ha detto – ha messo da parte la propria vita privata, per essere al mio fianco. Ecco, in questo anno che ho trascorso in giro per l'Italia, senza fermarmi, ho capito che dietro alla musica c'è un grande lavoro di squadra». Nell'album c'è anche una collaborazione con Virginio, ex di Amici e oggi talentuoso cantautore, che ha firmato Weird: «Non ci conoscevamo, ma mi ha inviato il provino e sono rimasto colpito dalla melodia. Insieme abbiamo fatto un funk inglese. È stato stimolante lavorare con lui». A XFactor sa di dovere molto, e non lo nasconde: «Se non avessi vinto il talent non sarei qui. Magari mi sarei laureato al Dams, avrei fatto lo sceneggiatore. Non l'attore, gli attori non sono belle persone». Sa che dopo aver vinto un disco d'oro (per 1995), doppio platino per tre brani e dopo il sold out nel suo tour, gli occhi di fan e critica sono puntati su di lui. E lui non si spaventa: «Voglio essere sempre pronto a imparare, anche sbagliando». Lorenzo è cresciuto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero