Curve monumentali, bellezze sensuali, fisici ingigantiti a conquistare lo sguardo e dominare la città. E ancora, baci, abbracci, perfino amplessi. Desiderio ed erotismo...
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A questa evoluzione “sexy” di genere e linguaggio è dedicato il libro di Valeria Arnaldi “Metropolitan Eros. Nudo ed erotismo nella street art”, appena pubblicato da Ultra, che propone un’analisi del fenomeno, spaziando attraverso più Paesi e più artisti, anche con interviste, per indagare evoluzione e significato della sensualità “urbana”, che moltiplicando le immagini di corpi e nudi chiama ognuno a interrogarsi su marketing del corpo e costruzione collettiva di un immaginario “a due”.
«Dagli Usa al Giappone, dall’Europa all’Italia - scrive l’autrice - l’erotismo trasforma i muri in occasioni e sfondi di contatto per raccontare un nuovo modo di vivere e pensare, perfino “decorare”, la città. E il corpo si fa strumento per rompere le convenzioni e animare il tessuto urbano ma soprattutto gli sguardi dei passanti richiamati, a sorpresa, all’attenzione direttamente da un inatteso desiderio. La passione prende il sopravvento. O perlomeno tenta di farlo. Per protesta, libertà e liberazione. A volte, provocazione». Dal bacio tra due poliziotti britannici, firmato da Banksy, al desiderio irrefrenabile illustrato dalla francese Claire, graficamente “consumato” agli angoli delle strade, contro i portoni, in garage e gallerie, dai murales di Hush, tra giovani “rubate” al mondo degli anime e geishe, fino alle iconiche principesse disneyane spogliate da Dillon Boy, passando per la nudità femminista di Lady Aiko, Miss.Tic, Vinie, Tati Suarez e molte altre street artist, quella proposta è un’analisi critica delle diverse tendenze del nudo “street”, tra ornamento e filosofia.
Quelle ritratte sono donne comuni, riconoscibili, attuali, anche quando sono fantastiche o idealizzate.
Il Messaggero