Le metamorfosi, i paradossi, gli edifici impossibili di Maurits Cornelis Escher approdano all'ombra del vesuvio. Nelle sale del Pan, il Palazzo delle arti di Napoli arriva la...
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In mostra alcune delle opere più iconiche dell'artista come Relatività del 1953, Vincolo d'unione del 1956, Metamorfosi II del 1939 e Giorno e notte del 1938 che sono affiancate da un'inedita selezione di opere prodotte da Escher durante il suo viaggio lungo la Costiera amalfitana fino a Ravello compiuto nella primavera del 1923. «Possiamo dire - dice Mark Veldhuysen, presidente della Fondazione Escher e co-curatore della mostra - che con oggi riportiamo Escher a casa, perché l'Italia del Sud è stato il suo luogo d'elezione e anche quando nel 1934 lasciò l'Italia, possiamo dire che non ha mai abbandonato questo Paese così come l'Italia non ha mai dimenticato Escher». Il viaggio lungo la penisola - come ricordato - segnerà profondamente Escher anche a livello personale. In Campania, infatti, conoscerà Jetta Umiker che diventerà sua moglie. E proprio una veduta mozzafiato dall'alto di Atrani fa da cornice a una foto storica dei due sposi.
Escher tornerà a più riprese in Costiera e nel 1931 visita Vietri sul mare, Amalfi, Ravello, Scala, Positano, Praiano e Conca dei Marini. Da qui escono disegni che si tradurranno in 15 stampe tra cui Atrani, Costa di Amalfi, Case in rovina ad Atrani, San Cosimo, Ravello e il Borgo di Turello. E proprio nel Sud Italia, Escher maturò buona parte di quelle idee e suggestioni che caratterizzano, nel segno della sintesi tra scienza e arte, la sua matura produzione e gli studi sulle forme che lo hanno reso unico. L'esposizione si divide in otto sezioni: Mauritis Cornelis Escher: gli esordi; Escher, l'Italia e la Campania; Tassellazione; Struttura dello spazio; Metamorfosi; Paradossi geometrici; Lavori su commissione; Eschermania. Sezioni al cui interno sono stati realizzati giochi ed esperienze che consentono ai visitatori di entrare nel mondo di Escher da protagonisti, misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che l'artista pone nella sue opere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero